“Il marito di mio figlio” fece innamorare il pubblico di Roma negli anni e in vari teatri della capitale a partire dal 2010 nel Teatro del Lido, nel 2011 al Teatro Sette e nel 2012 al Teatro Trastevere continuando fino al 2015 sempre al Teatro Trastevere.
“Il marito di mio figlio” torna in scena grazie alla Compagnia teatrale Gusti Misti, un gruppo nato dalla comune passione per il teatro e quest’anno la compagnia ha deciso di dare luce ad una storia omosessuale.
La commedia, accolta con grande fervore e protagonista di spettacoli sold out, esplora un tema piuttosto delicato, quello del matrimonio omosessuale e più in genarale dell’amore gay. Un tabù difficile da infrangere, ma la Compagnia teatrale Gusti Misti è riuscita ad abbattere tutti i pregiudizi semplicemente parlando dell’amore omosessuale in modo del tutto naturale.
La commedia teatrale vede protaginista una coppia molto innamorata che decide di sposarsi e di comunicare alle rispettive famiglie il lieto evento. Nulla di strano fin qui… e invece no, poiché stiamo parlando di una coppia omosessuale e i due ragzzi, George e Michele (detto Michael) devono fare i conti con i pregiudizi dei rispettivi genitori, i quali sono ancora all’oscuro di ogni cosa. “Il marito di mio figlio” è letteralmente un continuo andirivieni di coppie che scoppiano e si ricompongono nei modi più impensabili. Non solo i sue sposini devono vedersela con la difficoltà di far accettare alle proprie famiglie il loro matrimonio, ma anche i rispettivi genitori si trovano a scoprire i loro difetti, le loro insoddisfazioni e umane debolezze. In un turbinio di relazioni extraconiugali inconfessabili, desideri e sogni repressi per troppo tempo, difetti fisici nascosti per tutta la vita, anche le due coppie “mature” trascinano gli spettatori in una girandola di risate e colpi di scena, mentre i due innamorati affrontano la solita crisi prematrimoniale e i ripetuti tentativi delle famiglie di dividerli per riportarli “sulla retta via”. Fortunatamente possono contare sull’aiuto (non sempre volontario) dell’amica Lory, cameriera e attrice in erba, saggia, scanzonata sognatrice, la quale, nell’attesa che Pedro Almodovar in qualche modo venga a sapere del suo talento, regala agli amici un po’ della sua allegria, del suo entusiasmo e della sua incrollabile fiducia nella vita e nell’amore. L’immancabile lieto fine trasporterà il pubblico e i personaggi in Spagna, da dove tutti potranno ripartire per vivere finalmente “felici e contenti”.
La commedia, tratta dal libro “Il marito di mio figlio” di Daniele Falleri del 2009 parla di un amore puro e vero tra due ragazzi. E’ una vicenda attuale e veritiera, riprende episodi di vita vera che le persone omosessuali devono subire tutti i giorni e come accade nella commedia, il problema di dire ai genitori la propria inclinazione sessuale, genitori che preferirebbero un figlio prete piuttosto che gay.
“Il marito di mio figlio” affronta una tematica molto complessa e delicata e lo fa basandosi su un ritmo molto forte e con numerosi colpi di scena ed equivoci. E’ una commedia fresca, nuova, moderna e genuina, fa ridere per questi genitori un po’ esagerati e anche un po’ ridicoli in alcune battute. La commedia gioca sui più diffusi pregiudizi sui gay, affrontando i vari clichè per poi demolirli uno ad uno. Non è l’inclinazione sessuale di George e Michael a fare da protagonista, ma il vero protagonista è l’amore.
La commedia è stata selezionata dall’Istituto di cultura italiana di Washington per essere rappresentata negli Stati Uniti ed è in atto anche una traduzione in lingua francese. Quando è stato chiesto al regista della commedia Massimiliano Martini il perché di tanto successo ha risposto così:
“Per il modo in cui è stata scritta. Perché mostra un amore omosessuale in modo del tutto naturale. Due uomini si possono innamorare come si amano un uomo e una donna, con gli stessi litigi e incomprensioni così come accade nei rapporti eterosessuali. Il testo mostra il lato vero dell’amore. Quindi anche all’estero è stata apprezzata questa normalità. I protagonisti non sono vestiti con boa o altri accessori femminili, non hanno voci enfatizzate ma sono rappresentati nella loro normalità, sono due semplici ragazzi. Manda un messaggio ben preciso: oggi due uomini si possono amare, non c’è niente di sbagliato. E’ importante parlare di omosessualità a teatro perché non ci sono molte opere teatrali che trattano questa tematica. Il motivo dell’omosessualità è centrale, non è posto in secondo piano come in molti film o spettacoli. Sono dieci anni che abbiamo questa compagnia “Gusti Misti, abbiamo affrontato tantissimi temi e questo è stato uno di quelli su cui ci siamo più battuti, è quello che più abbiamo a cuore, a causa di tutto ciò che succede in Italia e all’estero dove, nel 2015, l’omosessualità è ancora vista come un aspetto strano, diverso o addirittura considerata una malattia. Ci sono ancora ragazzi che hanno problemi ad accettarsi, pensano e, spesso, arrivano addirittura al suicidio, sono presi in giro a scuola. Gli stessi telegiornali quando parlano di omosessualità fanno solo riferimento ai gaypride. Essere gay è altro.”
La commedia affronta aspetti della vita affettiva che possono toccare tutti in modo trasversale ai generi, alle identità ed agli orientamenti sessuali, nell’ottica più semplice di tutte: quella della normalità dell’amore. E allora se il matrimonio dovrà esserci, ci sarà! Lontano dagli stereotipi e dall’eccesso per cui il panorama LGBT è spesso conosciuto, questo allestimento ne esalta invece il sapore più leggero, anche nei confronti delle situazioni più “spinose” e sulle quali forse pochi riderebbero.
“La messa in scena punta, nel rispetto del testo originale, ad accompagnare lo spettatore attraverso situazioni paradossali, tragicomiche e talora assurde che accompagnano due giovani sposi nel cammino verso l’altare, e poco importa alla fine che risuoni e rimbombi in teatro la frase: Vi dichiaro Marito e … Marito!”.
il libro esiste solo in cartaceo? non sono riuscita a trovarlo in ebook
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Ciao Beatrice!Si purtroppo è disponibile solo la versione cartacea 🙂
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