Salve amici e amiche, oggi per la nostra rubrica “Sexy food – Il desiderio in cucina”, ci occupiamo di una spezia che adoro, la VANIGLIA. Proprio non me lo aspettavo che avesse anche poteri afrodisiaci. Quindi… a voi e buona lettura.
La vaniglia è da molti considerata la più deliziosa tra tutte le spezie.
Viene ricavata attraverso un processo di fermentazione e lavorazione dal baccello nero di un’orchidea, la “vanilla planifolia”, originaria del Messico e oggi coltivata in molte regioni tropicali.
Gli Aztechi usavano le stecche di vaniglia per aromatizzare il loro “cibo degli dei”, il cioccolato e, in seguito alla scoperta delle Americhe, gli Spagnoli introdussero l’aroma di questa orchidacea in Europa.
Alla vaniglia vennero presto attribuite virtù afrodisiache, sia per le origini esotiche che esponendo altre tesi.
Alcuni seguaci della teoria della “segnatura”, identificarono l’efficacia afrodisiaca della pianta nell’assimilarne la forma dei bulbi ai testicoli maschili; altri invece misero in relazione il termine spagnolo “vainilla”, dal significato di “fodero”, con l’organo sessuale femminile (ndr: la teoria della segnatura era un’antica dottrina che in teoria permetteva agli uomini di individuare le piante e associarle agli organi che avevano bisogno di un intervento terapeutico… ovviamente in tempi lontani dalla moderna farmacopea).
La vaniglia si affermò come nutrimento eccitante soprattutto nel ‘700, quando con la cioccolata divenne di gran moda.
Nel secolo successivo, gli studiosi ne identificarono le proprietà stimolanti e antisettiche che agivano su stomaco e organismo.
Proprio in quel periodo il farmacologo francese Barbier gli dedicò un’apologia appassionata dove affermava:
“… è un potente afrodisiaco perché fa partecipare il sistema genitale all’eccitazione generale…”
Ancora all’inizio del Novecento, i medici consigliavano l’essenza per superare la frigidità sessuale e una ricerca condotta sugli operai che lavoravano la vaniglia avrebbe dimostrato come, tra gli effetti collaterali della malattia professionale del “vanillismo” (patologia causata dalla larva Avarus presente nella vaniglia non trattata e che si manifesta con dermatite, corizza e malessere generale), ci fosse anche l’incessante eccitazione sessuale, coronata da numerosa prole. Secondo studi più recenti la vaniglia agirebbe anche da antidepressivo per la presenza di molecole molto affini ai feromoni umani.
Oggi gli chef più ispirati non esitano a utilizzare la spezia nei modi più diversi, non solo per aromatizzare cacao, torte, creme e liquori ma anche per ricette più ardite. Quindi ora passiamo alla nostra ricetta, un primo piatto coraggioso ma dall’aria gustosa.
Buon appetito.
TAGLIATELLE CON CARCIOFI E VANIGLIA
tagliatelle all’uovo 150 gr
carciofi 2
vaniglia mezzo bacello
olio d’oliva
sale & pepe nero macinato
pecorino romano
PREPARAZIONE
Pulire i carciofi, tagliarli a fettine (2-3mm) e disporli in una padella antiaderente, condire con un filo di olio d’oliva e due cucchiai di acqua. Tagliare il bacello di vaniglia nella lunghezza, estrarne i semi con la punta di un coltello e aggiungere i semini e il bacello vuoto nella padella con i carciofi. Far cuocere il tutto a fuoco medio-basso per 10-15 minuti finché le fettine di carciofo saranno tenere. Salare e pepare. Nel mentre far bollire abbondante acqua salata e cuocervi la pasta. Infine, scolare la pasta, buttarla nella padella con i carciofi e far saltare il tutto a fiamma vivace per 30 secondi. Servire nei piatti, aggiungere una macinata di pepe nero e delle scagliette sottili di pecorino.
fonti: http://www.taccuinistorici.it
http://www.cavolettodibruxelles.it