Buon pomeriggio amici e amiche, oggi per la rubrica “Poesia di un uomo per un uomo” vi proponiamo un altro componimento del poeta greco Kostantinos Kavafis.
Come già sappiamo, Kavafis era omosessuale e non lo nascose mai agli amici, a cui faceva spesso dono delle sue poesie. Quella di oggi ci parla del ricordo di un eros giovanile vissuto con trasporto, di quelli apparentemente destinati a non durare, e le parole che il poeta ci trasmette hanno qualcosa di eterno, di durevole, di nobile: è amore senza angoscia. Nell’abbandonarsi senza remore alla sensualità c’è qualcosa di sconvolgente che ancora a distanza di anni agita la mente.
Buona lettura.
DI SERA
Certo, durare non poteva a lungo.
L’esperienza degli anni è maestra. Ma brusco,
troppo brusco l’arresto della Sorte.
Era la bella vita così corta!
Eppure, come forti gli aromi, e prodigioso
Il letto ove giacemmo, e a qual piacere
cedemmo i nostri corpi.
Un’eco di giornate di piacere,
un’eco di giornate m’ha raggiunto,
la favilla di un rogo che ci riarse giovani.
Ho ripreso la lettera tra mano.
Ho letto, ancora, ancora. Sin che morì la luce.
Ed uscii sul balcone, malinconicamente,
per mutare pensieri,
mirando un po’ della città diletta, un poco
di moto della strada e dei negozi.
fonti: http://www.progettogay.myblog.it
Il romanticismo non è prerogativa femminile. Le parole d’ amore sono di tutti proprio perchè l’ amore non ha sesso. Per chiunque voglia segnalarci delle poesie e condividere con noi e con i nostri lettori pensieri e parole rivolti alla persona amata, scriva a: 3librisoprailcielo@gmail.com.
L’ha ribloggato su Pensiero Satellite.
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