Buongiorno amici e amiche, oggi parliamo di Vecchi Tempi (Old Times), opera teatrale del drammaturgo britannico Harold Pinter, composta nel 1970 e portata in scena per la prima volta il 1 Giugno del 1971 all’Aldwych Theatre di Londra dalla Royal Shakespeare Company.
Vecchi Tempi, andato in scena a Roma nel 2009, è una delle più complesse opere teatrali di Pinter e si rifà al tema dell’amore saffico e del menage a trois, seppur non in modo aperto.
Strutturato sull’intrigante ambiguità che tinge i ricordi e la memoria, un inquietante gioco a tre nella campagna inglese degli anni ’70 fa da sfondo a questa pièce, in bilico tra il surreale e l’assurdo della quotidianità, che vede protagoniste Anna e Kate, due ragazze legate da una profonda amicizia da quando avevano 20 anni. Dividevano la stessa casa e la loro giovinezza si è sviluppata vivendo alla giornata e frequentando tutti gli ambienti intellettuali di Londra, dai concerti alle gallerie d’arte. La storia inizia dieci anni dopo, quando Deeley e Kate (coniugi da vent’anni) si ritrovano nella loro casa di campagna ad attendere la visita di Anna, ed è da questo momento che iniziano a intrecciarsi legami su piani differenti, in un continuo gioco erotico tra i personaggi. In quest’opera Pinter descrive il potere dei ricordi che fa cadere i tre protagonisti in una botola oscura e silenziosa e, attraverso il dialogo complesso e colmo di flashback, viene ricostruita la fitta trama dell’amicizia fra Kate e Anna che, insinuatasi nel matrimonio tra i due, sconvolge la fiducia reciproca e le loro sicurezze.
Anna, una donna esuberante, vede in Kate, sempre assorta nel suo mondo interiore, un’amica da viziare, coccolare e per la quale nutrire, forse, anche una sorta di innamoramento e di attrazione, tanto da arrivare a immedesimarsi in lei rubandole biancheria, vestiti, gioia di vivere e ricordi. L’incontro tra i tre protagonisti della commedia si trasforma da una semplice cena a un dialogo serrato tra Deeley e Anna, mentre Kate non parla quasi per l’intero spettacolo, ma solo con il suo monologo finale svelerà l’ambiguità della situazione, la confusione e la sovrapposizione dei ricordi dei tre personaggi.
Vecchi tempi mette in scena, in quello che un tempo fu il salotto vittoriano, non dei personaggi ma i fantasmi dei personaggi che oggi non possono più esistere, falsati, ingigantiti, deviati dal ricordo che confonde i piani e altera le rette del carattere. Pinter drammatizza il problema della conoscibilità del passato personale e interpersonale tramite un triangolo di interlocutori-avversari che si danno battaglia su ciò che è (forse) avvenuto. Un testo apparentemente oscuro che diventa chiarissimo a chi abbia almeno una volta cercato di far quadrare, dentro il proprio passato, le aspettative con le esperienze e i desideri con le loro realizzazioni.
Vi lascio uno stralcio dello spettacolo Vecchi Tempi con Fiammetta Bellone, Davide Mancini e Angela Ciaburri, tenutosi sul palcoscenico del teatro Duse di Genova.
fonti: http://www.youtube.com
https://it.wikipedia.org/wiki/Vecchi_tempi
http://www.gaywave.it/articolo/teatro-a-roma-va-in-scena-vecchi-tempi-di-harold-pinter/6729/
http://www.culturalazio.it/community/Blog/archive/2009/05/01/post_20109.aspx