Buongiorno amici e amiche, dopo una lunga pausa torna la nostra rubrica dedicata alla poesia. Ancora una volta, è Kostantinos Kavafis a farsi spazio nel nostro blog, con un componimento molto struggente sul filo dei ricordi.
L’attività poetica di Kavafis comincia a quarant’anni e si estende per un trentennio e nella sua poesia l’omosessualità ha una dimensione classica, serena, non turbata da conflitti di coscienza. Per Kavafis, il desiderio deve essere realizzato per non rimanere pura potenzialità.
Perfino i luoghi più volgari e sordidi s’illuminano di una luce di bellezza se sono stati la scena di un rapporto amoroso, ma anche il semplice sesso, vissuto nella sua passionalità, è in fondo amore per questo sensibilissimo artista.
UNA NOTTE
Era volgare e squallida la stanza,
nascosta sull’equivoca taverna.
Dalla finestra si scorgeva il vicolo,
angusto e lercio. Di là sotto voci
salivano, frastuono d’operai
che giocavano a carte: erano allegri.
E là, sul vile, miserabile giaciglio,
ebbi il corpo d’amore, ebbi la bocca
voluttuosa, la rosata bocca
di tale ebbrezza, ch’io mi sento ancora,
mentre che scrivo (dopo sì gran tempo!),
nella casa solinga inebriare.
fonti: http://progettogay.myblog.it
Il romanticismo non è prerogativa femminile. Le parole d’ amore sono di tutti proprio perchè l’ amore non ha sesso. Per chiunque voglia condividere con noi e con i nostri lettori pensieri e parole rivolti alla persona amata, scriva a: 3librisoprailcielo@gmail.com.