TRAMA: La gente va e viene.
Sono passati dodici anni da quando Edwin Tully è arrivato a Oxford e si è innamorato di Marius. Un uomo brillante. Un artista. Qualcuno con cui condividere il resto della vita.
Ma dieci anni più tardi, la loro storia è giunta al capolinea.
Ora Edwin vive da solo nella casa che un tempo aveva diviso col suo partner. Si occupa di dare nuova vita a vecchi libri e memorie sbiadite, cercando di costruire un futuro coi frammenti del passato.
Ma a un tratto il tempo cambia, e il fiume irrompe nel tranquillo mondo di Edwin, portando con sé Adam Dacre, dell’Agenzia per l’ambiente. Questo sconosciuto dalle mani ruvide e con ai piedi un paio di stivali consunti è un alquanto improbabile cavaliere dalla scintillante armatura, ma lascia intravedere a Edwin la speranza di qualcosa che credeva perduto per sempre.
E quando i due impareranno a conoscersi, lottando contro l’imminente inondazione, Edwin scoprirà che non è possibile proteggersi da ogni cosa… e che a volte non vale nemmeno la pena tentare.
Ho amato moltissimo Glitterland e adoro lo stile di quest’autore, quindi è stato con grande piacere che ho accettato di scrivere la recensione di questa sua ultima opera tradotta in italiano, anche se… devo ammettere che, pur apprezzandola, non mi ha entusiasmata come il precedente. D’altronde, era piuttosto difficile raggiungere la perfezione di Glitterland.
Protagonisti di Come un’alluvione sono i ricordi: quelli di un amore perduto che Edwin fatica a lasciar andare, e quelli – antichi e polverosi – racchiusi nei vari diari ed epistole che il nostro adorabile protagonista restaura e colleziona con infinita cura e devozione.
Impossibile non amare Edwin, con il suo incredibilmente scarso senso di autostima e la dolcezza insita del suo modo di fare; impossibile non desiderare aiutarlo… nel momento in cui quelle consonanti malvagie ostacolano il suo desiderio di aprirsi al mondo e all’amore.
Complice un’alluvione e un improbabile angelo custode, Edwin capirà che è arrivato il momento di lasciarsi alle spalle il suo ex Marius e iniziare a combattere, consonante dopo consonante, per un futuro migliore.
Un po’ sottotono rispetto a Edwin, Adam è un personaggio che, secondo me, avrebbe meritato un maggiore approfondimento: purtroppo l’esiguo numero di pagine non lo ha permesso. Ho trovato un po’ troppo veloce il suo attaccamento a Edwin, mentre ho particolarmente apprezzato il fatto che – finalmente – non si trattasse del solito super-figo da paura, ma di un uomo normale, la cui bellezza interiore supera di gran lunga quella esteriore.
Un discorso a parte merita la traduzione (immagino particolarmente ostica) che ho trovato – tranne i ripetuti scambi del nome Marius in Marcus – decisamente buona. Penso, però, che gran parte della peculiarità di questo bel romanzo si sia persa un pochino con la trasposizione in italiano; non certo per colpa della traduttrice che anzi ha svolto un ottimo lavoro, ma per i tanti riferimenti a modi di dire, battute, giochi di logica e finanche vezzeggiativi di uso comune in Inghilterra e nella lingua inglese. Questo impedisce di cogliere in pieno la piacevolezza e l’arguzia di molti dei dialoghi tra i due protagonisti che – immagino – in lingua originale siano formidabili.
Nonostante questo, il libro scorre fluido con momenti teneri e altri decisamente più divertenti. Una lettura veramente gradevole che avrebbe meritato qualche capitolo in più.
Molto bella la cover.