Amici e amiche di Tre Libri Sopra Il Cielo, buongiorno!
Torna questo mese il nostro appuntamento per la rubrica YAOI… e non solo!
Mi piacerebbe parlarvi di autrici, case editrici e altre curiosità, ma forse è meglio che, per prima cosa, vi racconti un po’ di più sulla cultura e la terminologia ricorrenti nel mondo del BL! Come non partire dai cosiddetti ruoli dei nostri protagonisti a fumetti, allora?
Le opere sotto la categoria BL, che siano fumetti, light novel, visual novel o anime e drama televisivi, girano tutte sui concetti chiave di seme e uke.
Proprio come passivo e attivo per noi, top e bottom per gli americani, anche in Giappone c’è una terminologia specifica per descrivere i nostri adorabili protagonisti, a cui le lettrici fanno molta attenzione.
Seme sta a indicare l’attivo della coppia (da semeru, “attaccare”) mentre l’uke (da ukeru, “ricevere” o “accettare”) è il passivo. La tendenza generale dell’Oriente porta i lettori a fare una netta distinzione tra l’uno e l’altro.
Il seme è una figura predominante, l’alfa della situazione che non può permettersi di sottomettersi all’altro, in netta contrapposizione con l’uke, che spesso viene disegnato in maniera efebica e poco distinguibile da una donna.
Mi viene in mente il classico esempio di Okane Ga Nai, in cui l’uke della coppia, Ayase, ha tratti estremamente delicati e femminili.
Da quello che mi è parso di capire negli anni, e da quel che ho letto in giro, sembra che anche il discorso del versatile sia un po’ diverso nella terra del Sol Levante. Forse per fattori culturali e pregiudizi, molte opere con protagonisti mostrati come reverse (o “semuke”, anche se quest’ultima definizione non mi è mai garbata più di tanto) sono state criticate, ed è tutt’ora difficile che le autrici di yaoi si addentrino in una storia in cui i ruoli dei personaggi siano intercambiabili.
È un peccato perché, almeno per quanto mi riguarda, adoro il reverse e sono sempre stata poco incline a scandire la differenza tra l’uno e l’altro ruolo. Voi che ne pensate?
Sempre riguardo alla terminologia, ci sono diverse distinzioni anche rispetto ai sottogeneri interni allo yaoi. Vi parlerò soltanto di alcune delle categorie, perché ce ne sono davvero troppe e rischierei di finire nella fascia protetta.
Vi ho già nominato hentai, yaoi, shounen ai… ai quali si affiancano yuri e shoujo-ai (che sono i corrispettivi al femminile dei sopracitati!)
I due generi di cui vi parlerò sono abbastanza famosi tra gli appassionati, nonostante io sia più per le opere di yaoi generico, con classici bishounen (il prefisso bi si usa per caratterizzare bellezza ed è un termine che si riferisce ai bei giovani) e tutto.
Il primo è lo shotacon. Viene da shotaro complex e indica storie in cui i protagonisti sono molto giovani, spesso adolescenti con caratteristiche fisiche che li fanno sembrare più piccoli di quanto non siano.
Il secondo è bara, un po’ il contrario. Letteralmente significa rosa e ritrae uomini decisamente adulti. Le storie di questo genere si indirizzano prettamente a un pubblico maturo, di solito includono violenza e sfruttamento e mantengono spesso una linea legata al contemporaneo, che scava nell’idea nipponica odierna di omosessualità.
Non sono ferrata in nessuno dei due generi, ma mi piacerebbe molto sentire cosa ne pensate e se vi è mai capitata sotto mano qualche storia di questo tipo! Conoscevate già i termini? Vi vengono in mente altri esempi da fare, avete chicche da raccontarci sulla vostra esperienza?
Non vedo l’ora di leggerle!
Io potrei stare qui a parlarvi di tanti altri termini, di threesome e dell’ossessione che prova una fetta di lettori per l’incest, o del furry, che si focalizza su rapporti tra ibridi animali-umani (o di quanti bishonen mi sono ritrovata davanti a Tokyo), ma penso che per oggi vi saluterò qui, eheh!♥
Al prossimo mese!