Come si fa a fare questa recensione senza fare spoiler? Impossibile, perciò regolatevi. Non proseguite la lettura se non volete lo spoiler.
Comincerò col dirvi quello che ho sempre sospettato fin dall’inizio: Mr Watton è un genio e io lo amo smodatamente.
Per sei episodi ho sempre avuto la soluzione sotto gli occhi, solo che ero talmente presa da Brad, dal cercare di capire chi fosse e cosa volesse dai suoi incontri, che a malapena mi sono soffermata sull’altro protagonista, quello che racconta. Già il fatto che sia sempre qualcun altro e non Brad a raccontare doveva essere di monito, ma io non ci ho dato peso. Sbagliato. Come può uno sconosciuto, anzi sette sconosciuti sviluppare un’affinità quasi trascendentale con un uomo che hanno appena conosciuto e di cui non sanno nulla? Semplice, perché sono la stessa persona, il famoso fidanzato, che poi alla fine scopriamo che nella realtà si chiama Robert. Per tutto questo tempo, il compagno di Brad lo ha seguito, coccolato, amato, gli ha dato spazio per ritrovare se stesso, gli ha dato modo di affrontare i suoi problemi senza mai abbandonarlo un secondo. Un amore forte, puro, disinteressato. Oramai è chiaro che Brad soffre di uan qualche patologia psichica e che ha avuto bisogno di estraniarsi e di allontanare tutti per cercare di rimanere sano di mente, e l’uomo che lo ama, il suo compagno, ha seguito questo suo percorso passo passo, fino al ritorno a Londra.
Io non so cosa dire, ma, ripeto, Lou Watton è geniale. È riuscito a tenere il mio interesse a livelli altissimi con poche pagine alla volta, creando delle situazioni piene di ansgt e di sensualità. Una cosa è certa: ho intenzione di rileggere tutti e sette gli episodi, tutti in fila come se fosse un unico libro, perché secondo me la bellezza e la maestria dell’autore, che ha una elevatissima capacità di scrittura, un po’ si perde con il frazionamento della storia.
Se non li avete ancora letti, vi consiglio di farlo. Sono sette piccoli gioielli.