LINK DI ACQUISTO: Sangue garibaldino (Economica Frilli)
Ho trovato questo libro assolutamente per caso. Un pomeriggio stavo spuntando gli m/m su Amazon dicendo: questo ce l’ho, questo ce l’ho, pure questo e anche questo, uff… Poi navigando ancora un po’ mi sono imbattuta nella recensione di un libro assolutamente inaspettato.
Un m/m ambientato nel Risorgimento! Wowwwwww, dovevo assolutamente leggerlo e nel giro di poco tempo ero già immersa nell’atmosfera piena di vigore, ma anche cruda e sporca, dell’Italia del XIX° secolo.
La storia mi ha catturato sin dalle prime pagine, anche se è un libro molto, molto insolito perché diciamocelo… noi siamo abituati/e a leggere romanzi contemporanei (tralasciando i fantasy, ovviamente), con qualche deviazione nello storico, però i personaggi sono comunque persone che potresti benissimo incontrare per la strada.
Qui invece abbiamo un carbonaio genovese, un uomo che ci viene descritto inizialmente come poco più di una bestia, sporco, lacero, selvaggio, che consuma rapporti sessuali con i marinai del porto, un ubriacone dalle emozioni crude che vive in una realtà che oggi chiameremmo disagiata, ma che allora, per la maggior parte della popolazione, era la normalità.
Una popolazione analfabeta che viveva nell’ignoranza più completa, e così è anche Rocco. Rocco è cresciuto come un orfano, anche se non lo è veramente e purtroppo non lo scoprirà mai, uno dei tanti bambini abbandonati che bazzicavano a quei tempi per i carruggi di Genova. Ha ereditato il mestiere e il negozietto del carbonaio (negozio è un complimento, un buco puzzolente pieno di topi e di escrementi) dall’unico uomo che per qualche anno l’ha preso a bottega per pietà.
Una volta cresciuto, essendo di costituzione imponente e perennemente coperto di fuliggine, ha cominciato a essere additato dalle mamme per spaventare i bambini: “Lui è l’uomo nero, quello che di notte ti porta via se ti comporti male”. Toccante la scena dove Rocco piange da solo, nel suo tugurio, per queste offese immeritate. Pur ignorante, non è stupido anzi, non è neppure povero perché allora con il carbone si guadagnava bene, ma si rende perfettamente conto di essere un uomo sfortunato perché nato nella parte sbagliata della città.
La sua omosessualità non gli reca molto disturbo, decisamente la sua mole lo protegge, ma a quei tempi in Italia come in altre parti d’Europa, c’era nell’aria una certa propensione alla lascivia che veniva tollerata senza troppi problemi, bastava non parlarne (tanto per capirci, la Londra della rivoluzione industriale era chiamata proprio “Città del vizio”, nonostante i rischi). Vorrebbe riscattarsi Rocco, vorrebbe che gli altri la smettessero di trattarlo come spazzatura, ma non ha idea di come fare.
Quando ecco… una possibilità, una via d’uscita a quella vita piena solo di sfumature di nero, un uomo: Garibaldi.
L’eroe dei Due Mondi sta per partire per la sua grande impresa, anche se allora non sembra tale a nessuno, e sta cercando volontari. Pur non capendo molto di politica, così come quasi tutti quelli che si arruolano e che firmano con una X, anche Rocco avverte un cambiamento, un’occasione per andarsene da Genova, vedere oltre il mare, vedere gente diversa e chissà… costruirsi da qualche parte anche una nuova vita.
Mentre aspetta di imbarcarsi, il suo sguardo viene attirato da uno strano giovane, esile e dall’apparenza delicata, ma come circondato da un alone di purezza. E’ Edoardo, un seminarista che, essendo l’ultimo figlio di una nobile famiglia e quindi senza molte prospettive, decide di arruolarsi per gli stessi motivi di Rocco, con in più la voglia di mettere alla prova la propria fede.
Edoardo è una figura immensa, ieratica, che vede il buono ovunque, in chiunque, o almeno ci prova. Durante il tragitto che li porterà in Sicilia, Edoardo rifletterà su se stesso e sulla società che lo circonda. Nonostante sappia cosa sia la cattiveria umana, perché l’ha provata sulla sua pelle, capisce anche che non potrà mai uccidere un altro essere umano, quindi ha in mente una strada precisa da seguire, una strada disonorevole ma per lui l’unica possibile.
L’incontro tra Edoardo e Rocco è quanto di più traumatico e terribile vi possa venire in mente, ma incredibilmente da questo evento nascerà la loro profonda intesa, il loro amore purissimo. Sul momento ho pensato che a Edoardo mancasse qualche rotella, poi ho compreso che la sua spiritualità gli aveva permesso di filtrare un evento orribile per portarlo non solo alla piena consapevolezza di sé ma anche, e soprattutto, a umanizzare e ad addomesticare il selvaggio Rocco. Non è sicuramente un discorso facile da accettare, ma alla fine ho pensato “perché no?”.
L’umanità che li circonda è varia ma descritta in modo sommario, un po’ affrettato, forse perché nulla deve distrarre l’attenzione dai nostri due garibaldini. Vengono descritte anche le manovre militari e Garibaldi ci viene restituito senza più l’etichetta di eroe romantico, non più il Padre della Patria, ma un semplice soldato con un sogno, come tanti altri prima e dopo di lui.
Personaggio fondamentale, coprotagonista ma anche a volte voce narrante, l’amico pescivendolo Giobatta, che lascerà la madre e la fidanzata per scoprire il mondo, per poi sentirne disperatamente la mancanza di fronte alla realtà, sia quella della guerra che quella della storia tra Edoardo e Rocco, che gli farà comprendere chiaramente che l’amore è un sentimento prezioso, ovunque lo si trovi, comunque esso sia, e che quando si ha la fortuna di trovarlo, lo si deve proteggere, lo si deve curare per farlo vivere il più a lungo possibile.
Il finale è pazzesco, si passa dall’euforia allo strazio nel giro di mezza pagina, quasi non capisci cosa è successo e come è successo, e io ho pianto calde lacrime a causa di questa storia che potrebbe benissimo anche essere vera.
Non è un libro per tutti, non è un libro semplice, non è un romance, ma se volete per un momento immergervi in una realtà neppure tanto lontana, ma soprattutto nostrana, allora soffermatevi su questo piccolo gioiellino. A volte, allora come adesso, nascere dalla parte sbagliata della città poteva fare la differenza tra la vita e la morte.