Trama: La stagione calda sembra la più desiderata su Nalee, ma porta molto lavoro all’Imperatore. Viaggiatori indesiderati, una nuova ambasceria troppo pericolosa. Bollenti segreti di famiglia dovranno essere svelati. Kail, Lucen, Lain ed Anian dovranno combattere oltre i loro limiti e rischiare tutto. Nulla sarà come appare sotto le Nove Lune
Questo romanzo è il seguito de “Il battito di un cuore Nalee” e parzialmente di Jun e Sentaris. Avevamo infatti lasciato tre importanti coppie appena nate nel mondo Nalee, così composte: l’imperatore Kael e Lucen, il principe secondogenito Anian e l’indomito Lian, il terzogenito Axiel e Mikail, figlio primogenito del “nemico” re di Evert, mentre la coppia composta dal principe anticonformista Rumia e Ashil, ex maggiordomo e ora Rami (compagno) reale, ormai vivono felici nel loro regno isolato.
Il tempo è passato e alcuni eredi allietano le coppie, ma i problemi e i guai non sono finiti. Il re di Evert trama subdolamente contro l’imperatore Kail, incurante della felicità e forse della stessa vita del figlio Mikail, per lui ora solo un traditore e un pericolo per il suo stesso regno, più che mai a rischio di annessione all’impero.
Nonostante l’intensa e appagante vita sessuale delle tre coppie, non tutto è stato chiarito e né i fratelli Lucen e Lain, né lo stesso Mikail, hanno formalmente e pubblicamente accettato il loro ruolo di Rami, nonostante i sentimenti sempre più forti che provano; per di più Mikail è ancora senza eredi e questo dolore è amplificato dall’operato del padre, spalleggiato dal padre di Lucen, e da Lian, l’implacabile signore di Endorra, pronto a tutto per gli interessi e i giochi di potere del suo re.
Questo romanzo è molto hot, come il resto della serie, mentre il lato romantico è meno presente del solito, a favore di una trama avvincente e ricca di colpi di scena; i diversi personaggi interessanti, che l’autrice dissemina nella seconda parte del libro, mi hanno molto intrigata e non vedo l’ora di conoscere la storia del quarto principe misterioso e di “Agonia”.