TRAMA: Ex baby star ed ex idolo delle ragazzine, Jason Walker è un ricalcitrante interprete di film di serie B, stanco di una carriera in declino. Così lascia Hollywood per l’Idaho settentrionale. Via dalla stampa, dai drammi di Los Angeles e dal migliore amico di cui è segretamente innamorato da anni.
Nella sua nuova vita c’è un unico problema: uno strano giovane, che solo Jason riesce a vedere, infesta la sua dependance. Benjamin Ward però non è un fantasma. È un uomo sospeso fuori dal tempo, intrappolato fin dai tempi dalla Guerra Civile in una magica prigione dalla quale può soltanto osservare le vite di quelli che lo circondano. Inoltre è dolce, divertente, carino da morire e va matto per i dozzinali show anni ’80. Ed è elettrizzato dall’idea di avere finalmente qualcuno con cui parlare.
Molto presto però, Jason scopre che passare tutto il proprio tempo con un uomo che nessun altro può vedere, né sentire presenta i suoi problemi: soprattutto quando i tabloid lo rintracciano e lo mettono in prima pagina. Lo sceriffo del posto pensa che Jason si droghi e il suo migliore amico che sia pazzo. Ma Jason sa di non avere perso la ragione. È una sfortuna che non possa dire lo stesso del proprio cuore.
Dolce. Romantica. Appassionante. Ecco tre aggettivi che userei per descrivere questa storia, anche se ce ne vorrebbero molti di più, perché il testo tocca tutte le varie corde dell’animo umano.
Sebbene il volume sia bello corposo, mi ha tenuta incollata dall’inizio alla fine e l’ho divorato.
Nelle prime pagine, incontriamo Jason – Jadon come nome d’arte, perché fa più ‘figo’ secondo sua madre –, che alla soglia dei trent’anni è stanco e demotivato da tutto. In piena crisi esistenziale, odia il proprio lavoro di attore in declino, il marciume che ci sta dietro, i ruoli scadenti, le critiche della stampa, i paparazzi invadenti e, per questo, acquista una piccola proprietà fuori dal mondo, per leccarsi le ferite in pace e capire cosa fare del suo futuro.
Ad aiutarlo c’è il suo scopamico Dylan, che Jason ama da sempre, pur sapendo che l’altro non potrà mai ricambiarlo come vorrebbe.
Quello che Jason non si aspetta, una volta rimasto solo nel suo isolamento autoimposto, è di conoscere un tizio che solo lui può vedere e che sembra un fantasma evanescente, benché non lo sia per davvero: Ben è un giovane uomo del 1800, che è rimasto, suo malgrado, imprigionato in una sfera simile a quelle dei souvenir, con dentro la finta neve da scuotere.
Ben è qualcosa che ti vien voglia di abbracciare e di coccolare fino alla fine del mondo, e Jason ne rimane stregato. Ama la sua dolcezza, la bontà intrinseca e la sua generosità. Pur con un carico di dolore immenso dovuto al suo imprigionamento, Ben sa gioire di ogni piccola cosa, sembra un bambino innocente e festoso davanti a ogni minima scoperta e anche alle cose più banali.
La loro amicizia si trasforma presto in affetto e amore, man mano che i due trovano il modo di comunicare e di stare insieme in vari modi, anche se questo comporta dei rischi gravi per Jason e la loro relazione è comunque solo vissuta a metà, dato che Ben non riesce umanamente a liberarsi della sua prigione e Jason non sa come aiutarlo e se mai esista un modo.
La storia è il giusto mix di amore, affetto e incanto. Non mancano momenti simpatici e fraintendimenti, così come dei pezzi drammatici e di tensione, che rendono meno zuccherosa questa storia dolcissima, anche se personalmente ho adorato la tenerezza dei loro momenti intimi e il sorriso radioso di Ben.
Dylan, anche se è un po’ il terzo incomodo, è un personaggio importante nelle dinamiche della storia e merita una menzione a parte, assieme allo sceriffo Ross.
L’autrice ci regala una bellissima novella e la resa italiana l’ha valorizzata in modo piacevole.
Per me, merita un punteggio pieno e ve la consiglio caldamente.