TRAMA:Durante i due anni passati insieme, Alex ha sempre temuto il momento in cui Damon avrebbe scoperto la verità, ovvero che lei è un mutagenere, quella piccola percentuale della popolazione in grado di cambiare sesso a piacere. Grazie a un impianto che le è stato messo contro la sua volontà, però, Alex si risveglia improvvisamente statico, ovvero non riesce più a cambiare da un genere all’altro, e bloccato nella sua forma maschile. Nel giro di una notte, la sua doppia natura viene rivelata a un mondo che non capisce né tollera quelli come lui… e al suo fidanzato eterosessuale.
Damon rimane sbalordito nello scoprire che la sua ragazza è un mutagenere e si spaventa a morte per i notevoli rischi a cui la espone l’impianto che le è stato imposto. Si rifiuta di abbandonarla, ma che ne sarà della loro relazione? Lui è etero e Alex è intrappolata nella sua forma maschile, perché rimuovere l’impianto è troppo costoso e pericoloso.
Derubato di metà della propria identità e costretto ad affrontare complesse conseguenze fisiche e sociali, Alex ha bisogno più che mai di Damon, ma non vede una via d’uscita da quella situazione.
Specialmente se sarà costretto a restare statico per sempre.
In passato mi era capitato di leggere e apprezzare racconti amatoriali con un argomento simile e, amando lo stile e le idee della signora Witt, ho deciso più che volentieri di leggere questo libro. Il risultato? Vi basti sapere che mi ha tenuta incollata dalla prima all’ultima riga e l’ho letto in un solo giorno, anche se non è affatto corto.
Alex e Damon, i nostri protagonisti, ci portano in un mondo parallelo al nostro ma molto simile a esso – nel senso che esistono fanatici religiosi, discriminazioni di genere e via dicendo –, in un’America ipotetica in cui vivono uomini, donne e mutagenere, ovvero una piccola parte di popolazione che nasce geneticamente predisposta a essere sia maschio sia femmina e che può, effettivamente, passare da una modalità all’altra col corpo per soddisfare un bisogno fisico. Alcuni preferiscono assumere maggiormente l’una o l’altra forma, qualcun altro è favorevole al 50%.
I mutagenere sono considerati da molte persone degli errori, degli obbrobri, e pertanto vengono discriminati, minacciati, talvolta persuasi o costretti a un impianto nel corpo che ‘blocchi’ la trasformazione. Ed è quello che succede ad Alex, come scopriamo nelle prime pagine della storia. La sua famiglia lo ha sottoposto, contro la sua volontà, all’impianto, stravolgendo il suo mondo e il suo equilibrio, rischiando di causargli possibili danni fisici gravissimi.
Damon, il suo ragazzo da due anni, scopre che Alex è mutagenere nel modo e nel momento peggiore, caricando questa pover’anima sconvolta e dolorante di ulteriore stress, anche se – va detto – la reazione di Damon poteva essere peggiore.
Il libro, di stampo distopico e fantascientifico, rappresenta un’efficace metafora di chi è transessuale e di tutti i problemi quotidiani che deve affrontare chi si sente prigioniero di un corpo che non sente come suo.
La maggior parte della trama ha un sottile continuo angst, perché i guai e i problemi sono tanti e diversissimi, ma è una sensazione molto realistica di ciò che prova Alex, e talvolta Damon, senza risultare eccessiva, mentre i due si alternano nella narrazione. I momenti positivi sono piccole, preziose boccate d’aria nell’inferno che i protagonisti devono attraversare. Le loro caratterizzazioni sono splendide: realistiche nei sentimenti e nelle azioni, nei tentennamenti, nei cedimenti, nei dubbi, negli slanci di affetto, nelle speranze e nelle paure.
Mentre Alex deve affrontare il suo personale inferno, Damon gli è accanto, ma anch’egli deve fare i conti con scomode realtà e capire se può accettare la sua ragazza in questa nuova situazione. Ho amato il fatto che il suo percorso personale sia ben calibrato, senza sprint inverosimili e che, invece, tutto avvenga a piccoli passi fino all’interiorizzazione di una verità non scontata.
Nella storia incontriamo personaggi odiosi, ma ad aiutare i protagonisti ci sono personaggi secondari molto belli e positivi, tra tutti spicca Tabitha, il capo di Alex e sua amica.
La trama non presenta scene esplicite numerose, ma quelle presenti sono funzionali alla storia e piacevolmente coinvolgenti e descrittive.
Questa non è una storia che definirei ‘leggera’ e disimpegnata, ma l’ho adorata per ciò che riesce a trasmettere e per il messaggio che dà, perciò ve la consiglio caldamente.
Grazie per la recensione..ce l’ho in attesa di comprarlo:-)
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Grazie a te per aver letto la recensione. Un feedback da sempre piacere!
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