TRAMA: Sergio sta per arrendersi a un futuro da operaio, mentre gli amici fricchettoni andranno all’università. Gli anni ’70 sono alla fine, la discomusic incalza, forse i tempi sono maturi per una rivalsa, e lui è intenzionato a trovare il ragazzo dei suoi sogni. Attraverso una trasmissione radioamatoriale, scopre che alla sorella potrebbe essere successo qualcosa di brutto, così comincia a frequentare la comunità di sbandati dove potrebbe essersi consumato il fatto; la bizzarra dimora è persa in un bosco dove i sogni si materializzano come un’allucinazione, e dove la verità può svelarsi come un indovinello senza senso…
Ho cominciato a leggere questo libro con la convinzione che contenesse un’importante parte dedicata alla ricerca della sorella da parte di Sergio, il protagonista del romanzo, e che le indagini sarebbero state il fulcro da cui si sarebbero dipartiti tutti gli accadimenti. In realtà la scomparsa di Grazia è il presupposto da cui parte la narrazione, il fil rouge che lega e amalgama la sequenza cronologica degli avvenimenti raccontati, ma non ne è il cardine.
Nel momento in cui conosciamo Sergio e i suoi migliori amici, Virgilio e Fulvio, Grazia è scomparsa ormai da tempo, ragazzina ribelle con una grande voglia di vivere e fare esperienza, che va a zonzo con ragazzi malfamati e dorme fuori casa, tanto che la sua sparizione viene concepita, sia dai genitori che dalle Forze dell’Ordine, come volontaria.
Forse l’unico che ancora spera in un suo ritorno è proprio Sergio, in fondo è stata proprio lei la prima a comprenderlo e ad accettarlo, a spronarlo ad assaporare la realtà che esiste al di là dei margini di quella vita che per lui è già stata tracciata. Figlio di operai, destinato a sua volta a divenire operaio, frutto di un ambiente dove tutto ciò che esce dalla norma e da ciò che è ritenuto “normale”, deve essere sottaciuto, nascosto, camuffato, un ambiente dove di certe cose la gente non ne parla, anche se ne parla.
Sarà proprio il cercare di capire cosa è successo a Grazia a “regalare” a Sergio la sua estate, quella stagione che, al suo esordio, ci vede ingenui e impreparati, affamati di avventura, di conoscenza, e sul suo finire ci vede, o ci costringe, a diventare adulti. Quell’estate che segna il passaggio all’età dove le decisioni, le azioni, le pause diventano pesanti, perché le conseguenze, nel bene e nel male, saranno prodotto della nostra volontà e consapevolezza.
Sergio, dunque, in sella al suo Ciao di seconda mano inizia la ricerca di Grazia sulla base di un indizio, o meglio di un sospetto, sino a trovarsi a bazzicare un rustico sul monte Serra frequentato da ragazzi fricchettoni. Qui il nostro protagonista vivrà le sue prime esperienze e comincerà, pian piano, proprio da quella avventura, a prendere consapevolezza di sé e, soprattutto, col tempo, ad accettare ciò che non può essere cambiato e a lottare per mutare ciò che può essere cambiato, a non accontentarsi anche a costo di rimanere da solo.
Le Freak dunque è una storia di formazione alla vita e all’amore di un ragazzo, racconto del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Durante il percorso incontreremo vari personaggi, più o meno descritti e caratterizzati in base all’importanza che rivestono, su cui sicuramente spicca Le Freak, bellissimo ragazzo che irrompe in scena su una rombante Giulia GT, travolgendo e trascinando Sergio con quella sua aria, all’apparenza anticonformista e trasgressiva, in quel rustico abitato da ragazzi alternativi, o che così appaiono in un primo momento.
E poi vi sono Virgilio e Fulvio, gli amici di sempre che, anche se figli della borghesia, in modi e con percorsi diversi, accompagneranno e sosterranno Sergio per tutta la vita, diventando punti di riferimento, confidenti, complici e compagni.
Le Freak è un romanzo piacevole, che si legge scorrevolmente e teneramente avvince, invitando noi lettori a rispolverare la memoria e ricordare quali sono stati i momenti, le persone, le avventure che ci hanno condotto alle tappe del, quasi sempre tormentato, passaggio da ragazzi ad adulti, a cristallizzare l’istante in cui si diventa consapevoli di aver perso, irreparabilmente, l’ingenuità.
Consiglio, dunque, Le Freak a tutti coloro che hanno voglia di un romanzo di formazione, per ricordare i turbamenti e le ansie della nostra giovane età, i primi impulsi e desideri sessuali, la voglia di sperimentare, di conoscere anche ciò che è, o presupponiamo sia, oscuro e segreto.