TRAMA: È il 1986, e quella che avrebbe dovuto essere l’estate più bella della vita di Nate Bradford è rovinata dal divorzio dei suoi genitori. Adesso, invece di passare l’ultimo anno di scuola nella sua città natale di Austin, in Texas, Nate vive con il padre a Warren, Wyoming, 2833 abitanti (una stima secondo lui generosa). Non c’è una piscina, o campi da tennis, nessun centro commerciale, neanche si prende MTV. L’intera scuola è meno popolosa di quanto fosse la sua classe in Texas, e Nate non riesce proprio a integrarsi in una cittadina dove i principali passatempi degli adolescenti sono il sesso e le droghe.
Finché non incontra Cody Lawrence. Cody è molto povero, proviene da una famiglia divisa e vive dal lato sbagliato dei binari del treno. Letteralmente. Ma Nate capisce che Cody è solo un bravo ragazzo che nella vita ha avuto sfortuna. E comincia a pensare che i sentimenti che prova per lui vadano oltre l’amicizia.
Ammettere di essere gay è già difficile, ma tra i pregiudizi locali e l’epidemia di AIDS che domina sempre più i titoli dei giornali, una cittadina come Warren è il posto peggiore in cui due ragazzi possano innamorarsi.
Chi ha già avuto modo di leggere Marie Sexton saprà che nei suoi libri è possibile trovare un’ampia sfumatura di emozioni, da quelle più leggere a quelle più drammatiche.
I personaggi a cui ci ha abituati questa autrice così versatile sono spesso tormentati, con passati difficili o presenti senza molte speranze, spesso problematici, con storie dolorose, e abbiamo capito che soffrire e gioire insieme ai suoi personaggi sia il modo migliore di godersi queste storie.
Non è da meno questa nuova uscita – Il ragazzo delle case mobili; una storia tormentata e a tratti dolorosa, con un fondo di drammaticità che aleggia sui personaggi e li accompagna nel loro viaggio di crescita.
È una storia però fondamentalmente di scoperta di sé, un viaggio che riguarda la sfera delle emozioni, con due protagonisti giovanissimi che non solo devono affrontare l’adolescenza e tutte le sue conseguenze, ma devono farlo in un posto che grida miseria e povertà e fare anche i conti con un’attrazione tutt’altro che voluta o desiderata, in un periodo in cui essere gay era un vero e proprio stigma.
Parliamo infatti della seconda metà degli anni ottanta, nel boom dell’epidemia di HIV che voleva dire automaticamente AIDS conclamato e una morte rapida e dolorosa perché, anche se ormai era stato dato un nome a quella malattia così devastante, era ancora lontano il momento di una cura che potesse migliorare la situazione.
Anni terribili funestati dalla piaga di una malattia spaventosa e ambientati in un piccolo paese isolato, in apparenza fermo, immobile di fronte allo scorrere del tempo, in cui i ragazzi sono messi di fronte alla prospettiva della droga, della delinquenza, dell’alcolismo o del sesso occasionale e non protetto, solo per passare il tempo.
Cody abita in questa piccola cittadina da quando è nato ed è il reietto della scuola che frequenta, giudicato in malo modo solo perché è povero.
In realtà Cody è un ragazzo onesto, troppo vulnerabile e solo, a causa delle sue condizioni estreme di povertà. È anche alle prese con la scoperta di essere gay e costretto a respingere non solo la cattiveria di chi lo giudica solo dagli abiti che indossa ma anche di chi lo tratta male perché omosessuale.
Quando Nate si trasferisce insieme al padre, Cody crede di aver trovato finalmente un amico ma la diversa classe sociale è un ostacolo troppo importante da superare, non tanto per loro ma per chi hanno attorno.
Nate infatti appartiene al ceto medio alto, abita nella parte bene della città, viene da una famiglia che non ha mai dovuto fare i conti con la luce staccata o non sapere cosa mettere in tavola; sono due mondi che si incontrano e Nate, seppur spaesato e nostalgico della sua vecchia vita, trova in Cody l’amico più leale e sincero che abbia mai avuto.
Questo libro, pur non essendo così tragico e drammatico come avevo inizialmente pensato, ha comunque dei momenti difficili, temi importanti e delicati che accompagnano due ragazzi molto diversi nel loro primo amore; leggiamo con apprensione del loro percorso di vita ostacolato da una condizione sociale terribile e da una povertà non solo in termini di denaro ma anche di ideali e sogni, ma alla fine la speranza e i sentimenti che provano l’uno per l’altro sono più forti di tutte le difficoltà, e riescono a trovare un aiuto inaspettato proprio da chi pensavano invece li stesse solo ostacolando.
“«Sei un bravo ragazzo che ha ricevuto delle brutte carte, e la sola cosa decente che io sia mai riuscita a creare. E sei meglio di quel che credi, Cody. Sei migliore di tutta questa cavolo di città, e adesso che hai l’opportunità di andartene, prendila al volo. Prendila, scappa più veloce che puoi e non ti guardare mai, mai indietro.»”