TRAMA:Aidan è partito da un piccolo paese della Cornovaglia anni prima, cacciato dal padre per la sua omosessualità. Non sarebbe voluto più tornare, ma la morte del genitore lo costringe a farlo. Si sistema in una malridotta locanda sul porto di proprietà di Boyd, uno scozzese dal sorriso facile, la lingua lunga e un passato racchiuso in una cicatrice seminascosta dalla folta barba. Con suo stupore Aidan scopre che il padre gli ha lasciato il ristorante di famiglia, mentre la casa andrà a sua sorella Rose, che lo odia cordialmente. Intenzionato a vendere tutto e partire il prima possibile, giorno dopo giorno scoprirà che non è così facile come credeva. Rivedere quei luoghi, le brughiere, le scogliere che scendono ripide sull’oceano, andare a visitare la tomba della madre, entrare nel ristorante e rivivere ricordi dell’infanzia e soprattutto lo strano e intenso rapporto che si crea con Boyd, lo trattengono. Ma c’è anche qualcosa che deve scoprire: la morte del padre non sembra così naturale come tutti vogliono fargli credere.
«L’amore non si cerca, è lui che ti trova anche quando non vorresti. E poi spetta a te sceglierlo oppure no. Ma quando l’hai davanti ai tuoi occhi, come fai a non crederci?»
Eh no, Aidan non ci crede, non crede all’amore e non lo cerca, dopo la delusione cocente del primo amore adolescenziale, ma soprattutto non crede all’amore dopo la morte della madre e l’allontanamento da parte del padre e della sorella minore Rose.
La morte del padre è la causa del suo ritorno in Cornovaglia, proprio nel piccolo paese sul mare che da giovane trovava troppo stretto per i suoi sogni, soprattutto dopo essersi reso conto di essere gay in una piccola comunità chiusa e bigotta; il testamento lo ha fatto tornare per una veloce visita, un tuffo nel passato, per poter poi tornare alla vita che si è creato a Londra, insieme alla sua amica e mentore Alaska e i suoi colleghi, con i quali si è creato un gruppo che è praticamente una famiglia.
Attirato da una insegna storta ma accattivante, entra nella locanda di Boyd pensando di rimanerci solo qualche giorno, specie vista la precarietà del locale, aperto da poco e bisognoso di molto lavoro di ammodernamento, lavori che il volenteroso proprietario pensa di fare a poco a poco ma con pochi risultati evidenti.
Rivedere la sorella non è facile, soprattutto quando il testamento lascia a lui il ristorante di famiglia, suscitando ancora più livore in Rose e sgomento in lui che ora non sa che fare: vendere il locale, darlo in gestione o tornare in paese e gestirlo lui?
Quest’ultima ipotesi sembra la più improbabile, essendo il suo animo ancora pieno di rabbia e rancore verso il padre e verso la gelosa e infelice sorella, ma l’amicizia con Boyd e l’attrazione che presto nasce tra loro potrebbero fargli cambiare idea se solo… se solo si arrendesse ai sentimenti, abbandonando l’odio e dando una chance all’amore.
Il personaggio di Aiden non è il mio preferito e all’inizio mi ha irritata, per farmi poi ricredere in seguito: a volte è antipatico, altre egoista, pieno di un rancore che lo frena in ogni modo nei sogni, nei desideri e nell’amore, ma forse proprio per questo è anche un personaggio credibile e molto umano, un uomo ferito che non vuole cedere, non vuole abbandonarsi ai sentimenti per paura che lo rendano debole e vulnerabile. Amare Boyd invece è semplicissimo, il suo candore e il suo buon cuore lo rendono un personaggio all’apparenza debole e remissivo ma in verità tra i due è il più forte, nonostante le terribili prove che il destino gli ha riservato.
Un pensiero a parte per la grande Alaska, drag queen materna e simpatica, diva e amica impagabile, e un altro alla terribile sorella Rose, degna erede delle peggiori sorellastre delle favole, forse un poco troppo prevedibile ma funzionale alla trama.
Buon libro con un’ambientazione e dei personaggi abbastanza originali e fuori dagli schemi, alcune pagine dolorose e altre romantiche, alcuni segreti e colpi di scena ben dosati, le parti sensuali sono ben sviluppate e mai banali o inutili, letto con piacere e consigliato.