TRAMA:Antonio è anziano e ha bisogno di liberarsi dal grande problema che ha in casa e che gli rende deprimente la vita; per questo, con molte titubanze, decide di recarsi in un centro di ascolto e lì, dopo vari tentennamenti, inizia a raccontare la sua storia.Con le sue parole gli anni scorrono, seduta dopo seduta, a partire dal 1961 fino a raggiungere il presente. Il libro è articolato in piani temporali diversi; le vicende così fondamentali nella vita di Antonio non sono quindi raccontate, ma i vari momenti sono vissuti in diretta, in un altro “presente”.Conosciamo quindi nuovamente Antonio, con il candore e l’innocenza dei suoi sedici anni, assistiamo al suo fondamentale incontro con Pietro, un diciottenne spavaldo e pronto alla vita, e alla nascita della sua bella amicizia con Filippo, un ragazzo di oggi che con la sua sincera vicinanza contribuirà a far conquistare equilibrio e una certa serenità ad Antonio.È il racconto di una vita vissuta tra momenti bui e tanta luce che si concluderà ai giorni nostri, con un evento atteso da sempre, qualcosa che è sempre sembrato irraggiungibile ma che alla fine si realizzerà e coronerà una storia d’amore unica.
“Com’è che a volte iniziavi una frase, e bastava che dicessi le prime due parole che io già ti rispondevo? È questo che era magico: ci siamo proprio posseduti, ed è stato interamente: ci siamo rotolati, avvinghiati, saldati, ma non erano le braccia, le gambe o le bocche che si univano: erano le anime a legarsi strette, e l’hanno fatto da subito. E l’hanno fatto per sempre”.
Questa non è la frase più bella o toccante del romanzo ma forse quella che secondo me riassume l’intera storia, una splendida storia d’amore che ripercorre diverse decadi, dagli anni ‘60 ai giorni nostri.
I protagonisti sono due ragazzi calabresi, Antonio, non ancora diciottenne, e Pietro, di un paio d’anni più vecchio, due diversi, messi al margine e disprezzati dalla loro comunità, una comunità chiusa e bigotta retta da regole non scritte dove l’onore è dato a ricchi e prepotenti (in odore di mafia) e alle persone normali, non certo a due “pervertiti”.
La loro storia d’amore è raccontata da Antonio, ormai anziano, in un gruppo di sostegno dove finalmente può sfogare la sua solitudine e il suo dolore. Una storia durata più di cinquant’anni e non ancora finita, nonostante la terribile malattia che affligge Pietro: l’Alzheimer.
Antonio e Pietro non hanno amici e le famiglie se le sono lasciate alle spalle molti anni prima quando, spinti dalla paura e dalla speranza, hanno lasciato tutto per iniziare una nuova vita lontano da violenza e pregiudizi, feriti nel fisico ma soprattutto nell’animo che ne è rimasto segnato per sempre.
La solitudine e la tristezza spingono Antonio a raccontare la loro storia e il suo primo ascoltatore è il giovane Filippo, un ragazzo cacciato di casa che vive di espedienti, un senzatetto quasi allo sbando ma anche un nuovo inaspettato amico.
Seguiamo così questa bellissima storia d’amore, nei momenti belli ma anche nei momenti bui e dolorosi, conosciamo i crudeli compaesani ma anche gli zii di Antonio, comprensivi e sempre pronti ad aiutare, Teresa l’unica amica vera, Georgiana, badante bigotta, e Fabiola, la coordinatrice del gruppo di sostegno, ma su tutti prevale Filippo, il terzo protagonista di questo bellissimo libro.
Questo romanzo non è il solito romance ma una storia forte, a volte crudele e dolorosa ma anche ricca di amore e tenerezza, molto commovente ma mai disperata, mi ha preso dalle prime pagine e non mi ha lasciata più andare; la consiglio vivamente a tutti mentre io di sicuro cercherò qualche altro romanzo di questo ottimo autore.
Sono tornato a leggere questa recensione che trovo magnifica perché coglie proprio l’intimità e l’essenza della storia.
Grazie per avere letto e partecipato con tanto amore alla vicenda di Antonio e Pietro che, come avete detto, è drammatica ma anche divertente e gioiosa.
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