TRAMA: Una favola di Natale dal dolce sapore delle cose preziose, delle seconde possibilità e dell’amore che aiuta a renderci chi siamo. Philip lavora nella biblioteca della piccola cittadina canadese di Whistler, dove il Natale è alle porte e la neve rende tutto più magico e speciale. Jacopo è un ragazzo ribelle che sfida le autorità e proprio per questo è costretto a svolgere un lavoro socialmente utile per via di un piccolo reato. Due ragazzi così diversi ma così simili, dopo una lunga diffidenza iniziale, inizieranno a riempire l’uno i vuoti interiori dell’altro, e se Philip da una parte desidera redimere il giovane, Jacopo imparerà ad accettare come aprire il suo cuore all’amicizia e la sua mente alle sue stesse capacità.
L’erede ribelle è la riedizione del libro dallo stesso titolo uscito un po’ più di due anni fa, ma per quanto mi riguarda è stata la mia prima lettura. Un libro che, inizio col dire, ha specificato accanto al titolo di essere un romance M/M e a questo proposito credo proprio che sia un po’ fuorviante perché.
Ma andiamo con ordine.
Philip e Jacopo sono i due protagonisti, il primo un bibliotecario venticinquenne e l’altro un rampollo di diciannove. Ci troviamo in Canada, in un Canada ovviamente spazzato dalla neve a ridosso del natale ed entriamo nel mondo di Philip, quello per cui vive e respira: la biblioteca. Philip è un personaggio il cui comportamento, linguaggio e modo di fare di ogni giorno stonano moltissimo con la sua età anagrafica: Philip potrebbe essere benissimo un personaggio d’altri tempi, il cui modo di parlare ricorda molto di più un signore dell’800 invece che un ragazzo di venticinque anni.
Philip è comunque un personaggio positivo, altruista, generoso, ha una parola gentile per tutti ma la sua vita è anche in un certo senso molto solitaria. I libri sono la sua vita, la sola cosa su cui può fare affidamento. Ritrovarsi un ragazzo di diciannove anni a cui fare da tutor non è la cosa che lo entusiasmi di più ma visto il suo temperamento così mite non si tira indietro e accoglie Jacopo nella biblioteca, anche se i rapporti fin da subito sono tutto fuorché idilliaci. Jacopo è giovane e arrogante, non è una persona facile o accomodante, anzi, risulta fin da subito poco simpatico e solo alla fine vediamo la sua vera personalità, nascosta dietro appunto l’arroganza e il sarcasmo.
La storia in realtà è tutta qui, l’ambientazione aiuta molto ma non c’è molto altro approfondimento, è semplicemente l’inizio di un’amicizia tra due ragazzi molto diversi, un’amicizia platonica senza il coinvolgimento di qualsivoglia sentimento che non sia appunto l’amicizia.
Visto che i due personaggi ripetono più volte di essere solo interessati alle ragazze credo che sia improprio parlare di romance M/M. Non è presente una traccia consistente di tematica LGBT, e i sentimenti tra i due protagonisti sono quelli di sue ragazzi che scoprono l’amicizia, ma non è dato sapere se questa cosa potrebbe portare ad altro.
Complessivamente un libro che non mi ha colpito, in cui sì ho letto volentieri l’evolversi di questa amicizia nata un po’ per caso ma che, per quanto mi riguarda, ho trovato molto insipido.