TRAMA: Townsville, Australia, 1943.
Tanner è un capitano dell’esercito americano in servizio presso un avamposto radio dislocato nel mezzo del nulla.
Nick è un guardiacoste e Tanner ha sempre e solo sentito la sua voce alla radio.
I due uomini si incontrano all’apice della guerra, quando non esiste nulla di certo se non il fatto che Tanner e Nick meritano di vivere una notte perfetta.
Abbiamo già avuto modo di apprezzare Lisa Henry in Italia con altre sue storie più lunghe e corpose, ma questa piccola novella, con meno di 30 pagine, mi sembra perfetta pur nella sua brevità.
È un racconto storico ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e i protagonisti sono Tanner, un capitano americano, e Nick, un giovane guardiacoste che, col suo prezioso monitorare, salva gli Alleati dai pattugliamenti giapponesi e comunica aggiornamenti via radio, intervallando dati e situazioni, salutando sempre i suoi ascoltatori con un riferimento al cielo, tanto che i suoi uditori lo hanno soprannominato amichevolmente ‘Cielo Blu’.
Anche se Nick non è un vero militare compie un grande servizio e la sua vita è in costante pericolo, anche più di quella di Tanner, confinato in un avamposto disperso e fuori portata.
I due uomini hanno un’unica notte per conoscersi di persona, un’unica notte da passare insieme e dare un senso a troppo dolore e follia che la guerra porta con sé.
“Quella notte perfetta era diventata un punto fermo. Il posto in cui le loro vite tanto diverse si erano incrociate.”
Credo che la bravura dell’autrice e una traduzione efficace abbiano reso questa storia al meglio. Poche pagine, sì, ma pregne di sentimenti, di sensazioni, di una malinconia agrodolce e dolorosa che mette sul piatto della bilancia la speranza e la disperazione. Una notte magica, una notte in cui il tempo si ferma e le brutture del mondo cedono posto al contatto umano e al calore di un corpo che scaccia la paura, la solitudine, la precarietà di due anime in guerra con la morte.
Oltre ai sentimenti e ai comportamenti verosimili, anche l’ambiente è coerente col periodo storico drammatico, così come trovo coerente il suo finale, anche se spero che, un giorno, l’autrice scriva un nuovo libro su di loro.