TRAMA: Martino non ha tempi morti, le cose gli accadono sempre di corsa e le coincidenze sono all’ordine del giorno per lui. La sua vita cambia improvvisamente dall’oggi al domani, quando si trova proiettato in una realtà sconosciuta e lontana, che non gli appartiene.
È l’inizio di un’avventura, una trasferta per lavoro, nella lontana Boston, che accetta malvolentieri e alla quale cerca di abituarsi facendo del suo meglio. L’America lo affascina e contemporaneamente gli mostra un aspetto che stride con la sua sensibilità e non può che turbarlo.
A Boston incontrerà nuove amicizie, ma anche contrasti; il coinvolgimento in un avvenimento devastante lo catapulterà nel caos. È proprio questa circostanza che si trasformerà in un appuntamento col destino e con la nuova vita che lo aspetta.
Devo ammetterlo, ho un debole per lo stile di Giacomo Assennato dopo aver letto “Stellato il cielo com’è”; mi sono innamorata del suo modo semplice, delicato e intimo di raccontare storie piene di amore e ricche di messaggi importanti. Mi sono innamorata di quel libro così doloroso ma anche pieno di speranza, voglia di rinascere, un romanzo che riusciva a dare spazio e voce a personaggi realistici e molto simili a noi lettori. In quel libro, tra tutti i meravigliosi personaggi compariva lui, Martino, un uomo dolcissimo e disposto a fare salti mortali per aiutare i suoi amici.
Martino è un infermiere trentenne, un uomo che sembra portare luce ovunque vada e che, con il suo carattere un po’ sopra le righe e privo di filtri, riesce a far comparire un sorriso anche nelle giornate più buie. Passa molto tempo in compagnia di Federico e Filippo e quel loro amore così puro e sincero lo colpisce, spingendolo a desiderare la stessa complicità, la stessa gioia, lo stesso calore, la stessa possibilità di avere una casa accogliente in cui tornare. Una possibilità che sembra cadergli addosso quando si ritrova a dover partire per Boston. Martino non è convinto di quel viaggio, passare sei mesi in un paese straniero, così lontano e senza conoscere nessuno lo spaventa eppure decide di provarci, di buttarsi. Una scelta destinata a cambiare la sua vita per sempre. Boston è una città grande e piena di sorprese e per il nostro Martino sarà l’inizio di una nuova e pazza avventura che gli permetterà di conoscere bizzarri amici ma anche di trovare quel qualcuno capace di sopportarlo, di apprezzarlo e di fargli battere il cuore a mille.
Questo libro è stato adorabile dall’inizio alla fine, facendomi dimenticare i toni cupi e introspettivi del precedente capitolo. Martino è un uomo buffo e senza peli sulla lingua e questo rende la narrazione molto scorrevole e la storia, seppur meno delicata rispetto alla precedente, si rivela ugualmente interessante, così come risulta impossibile non affezionarsi anche ai personaggi secondari, Ethan, Francesca, Spencer… tutti personaggi verosimili e ben caratterizzati.
Nonostante il clima spensierato non mancano importanti spunti di riflessione e se nel primo libro era stata data attenzione al tema del lutto e della depressione, qui abbiamo modo di confrontarci con temi attuali altrettanto spinosi quali l’omofobia e la discriminazione. Nonostante ciò, ci troviamo tra le mani un romanzo simpatico e spumeggiante, che regala una storia d’amore forse meno intensa e commovente rispetto a quella di Federico e Filippo, ma ugualmente importante.
Unica piccola pecca è stata forse la poca lunghezza che ha impedito di sviluppare un po’ di più la storia d’amore tra Spencer e Martino; probabilmente mi aspettavo il tono più lento, più maturo del libro precedente, qui tutto è stato forse un po’ troppo rapido, ma forse pure voluto, perché in perfetto e pazzo “Stile Martino”.
Questo libro sarà senza dubbio apprezzato dai lettori di “Stellato il cielo com’è”, desiderosi di scoprire retroscena inediti della storia dei precedenti protagonisti, ma mi sento di consigliarlo tranquillamente anche a chi non conosce quel libro e non ha mai letto nulla dell’autore; la storia riesce infatti a essere indipendente e facilmente comprensibile da tutti. Lo stile risulta semplice e chiaro, molto scorrevole, diventando una perfetta panacea contro la tristezza e i cattivi pensieri che tutti stiamo affrontando in questo periodo. I personaggi risultano fin dal primo momento verosimili riuscendo senza fatica a tenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine. Seppur non siano presenti momenti particolarmente erotici non mancano attimi dolci e commoventi in cui l’amore e i buoni sentimenti regnano sovrani. Un romanzo insomma meno drammatico e riflessivo ma non per questo meno interessante, una panacea perfetta contro la tristezza e i momenti bui.
Ma che bella recensione! Grazie davvero per avere apprezzato Martino in questa avventura e, di conseguenza, il mio modo di scrivere. È stato un libro diverso, perché Martino era già nato e non potevo certo avvilupparlo in vicende esistenziali complesse, ma la “botta” che riceve a Boston può bastare. Grazie davvero di cuore.
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