Tre libri sopra il cielo

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RECENSIONE: “IN FRANTUMI” di Eli Easton – 13 Aprile 2020

TITOLO: In frantumi
AUTORE: Eli Easton
TRADUZIONE: Alice Arcoleo
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni
GENERE: Contemporaneo YA
E-BOOK:
PREZZO: € 4,99 su Amazon
PAGINE: 330
USCITA: 13 Aprile 2020
LIVELLO DI SENSUALITA’: Basso
LINK PER L’ACQUISTO:  In frantumi

TRAMA: Brian, l’atleta più popolare del liceo, ha tutto, finché non rischia di perdere la vita durante una sparatoria a scuola. Sopravvive al massacro grazie all’aiuto di un eroe, il suo compagno di scuola Landon, che ha affrontato la morte per aiutare gli altri e che non ha problemi a parlare della propria omosessualità. Brian sarà anche vivo, ma non riesce ad affrontare le sue paure e ad andare avanti, soprattutto perché i responsabili della sparatoria non sono stati ancora catturati. È a pezzi. Non può fare altro che affidarsi a Landon, nella speranza che accetti di aiutarlo una seconda volta.
Landon si è comportato come avrebbe fatto chiunque quando ha trovato Brian morente sul pavimento della mensa. Non si ritiene un eroe, ma è pronto a prendere una posizione contro la violenza che ha distrutto le vite di tanti giovani… persone come Brian, che è tornato a scuola come l’ombra del quarterback felice e spensierato che aveva sempre ammirato. Brian ha ancora bisogno di lui e, mentre la loro amicizia diventa sempre più forte e profonda, alcune ferite cominciano a rimarginarsi. Il legame che condividono potrebbe portare a un nuovo inizio per entrambi.
Tuttavia, l’orrore che ha sconvolto la Jefferson Waller High School non è ancora finito.

 

Credo che questa sia per me la recensione più complicata che abbia mai fatto negli ultimi anni e questo perché avrei voluto con tutto il cuore farla diversamente. Sono convinta che questa fosse un’opera nata con le intenzioni più pure, un grido contro le ingiustizie che si è trasformato, ovviamente secondo il mio parere, in qualcosa di decisamente diverso.

Brian e Landon non potrebbero essere più diversi, quarteback più popolare della scuola e desiderato dalle ragazze uno, e nerd e gay dichiarato l’altro. Due esistenze che sembrano vivere in parallelo e destinate a non incrociarsi mai e che si ritrovano a scontrarsi bruscamente in una giornata, agli occhi di tutti, come tante, stravolta e distrutta da due folli che si sono messi a sparare su persone innocenti che avevano come unica colpa quella di essere lì. Brian è impotente quel giorno, si ritrova ferito, terrorizzato, ma come una luce in fondo al tunnel interviene Landon, quel ragazzo così coraggioso ai suoi occhi, che lo aiuta, lo salva. Ed è da questa situazione, da questo orrore che Brian e Landon iniziano a frequentarsi, conoscersi, innamorarsi… più o meno.

La scuola viene riaperta, gli studenti tornano tra i banchi e tutto sembra dimenticato. Ci rimane lui, Brian, che troppo spesso si è intrattenuto con “amici” che lo frequentavano più per il suo ruolo nello sport e per la sua popolarità che per altro e che ora ha perso l’unica sua luce, Jake, quell’amico sincero che lo ha sempre sostenuto. Brian è da solo, la sua famiglia è indifferente, per non dire di peggio, è da solo e quindi si appoggia a forza a quell’unica luce che conosce, a Landon, e questo è l’inizio di un rapporto che onestamente non ho trovato per nulla romantico, tenero o affascinante, ma estremamente triste e a tratti fin troppo morboso e disturbante.

Landon ci appare in un primo momento come un eroe, il ragazzo coraggioso che ha avuto modo di scontrarsi contro quei titani che a scuola lo bullizzavano e che si è trovato al posto giusto al momento giusto, ma Landon è anche un ragazzino, uno come tanti e come tale è immaturo. È premuroso con Brian, questo gliene devo dare atto, ma quello che traspare non è amore e affetto ma semplicemente gentilezza, la stessa che noi a volte dispensiamo al nostro vicino di casa, una gentilezza insita nell’animo umano ma che ai fini della storia non è riuscita a convincermi.

Brian è visto da Landon come il suo oggetto dei desideri, protagonista di una cotta che in altre circostanze non si sarebbe mai concretizzata, e solo su questo l’autrice ha deciso di dare una possibilità a questo rapporto, ma per farlo ha doluto calcare la mano, sminuendo in modo particolare quello che agli occhi di tutti noi, o almeno ai miei, dovrebbe essere un gesto di coraggio e affermazione dell’identità personale: il coming out. Un coming out imposto a un giovane distrutto, impotente, fin troppo fragile, un coming out fatto con disperazione e rabbia verso un padre tiranno che ormai ha perso completamente la sua funzione genitoriale. Un coming out che porta il protagonista disperatamente a rifugiarsi per l’ennesima volta tra le braccia dell’unica persona che in quel momento ha al mondo e che alimenta ancora di più, pagina dopo pagina, il messaggio che più mi ha infastidito di questo libro: l’amore visto non come aiuto ma come unica cura possibile e miracolosa a tutti i mali del mondo, pure a quello di vivere, di sopravvivere. Non fraintendetemi, io sono la prima a sottolineare come l’amore possa essere universale e dare forza alle persone, dare coraggio, speranza ma qui non stiamo parlando di una semplice ingiustizia ma di un ragazzo che soffre di un disturbo dovuto a un trauma e che non ha alcun supporto psicologico di nessun tipo.

L’autrice ha voluto inserire riferimenti a Parkland, una strage avvenuta pochi anni fa… ebbene è proprio ironicamente questa strage e la conseguenza che ha avuto sui ragazzi coinvolti (alcuni dei quali morti per suicidio) che distrugge completamente il lato così “superficiale” di questo libro e che dimostra come non sempre SOLO l’amore basta e come bisogna fare qualcosa di più per aiutare i ragazzi vittime di queste cose.

Per quanto mi riguarda è importante capire come libri con un tema delicato come questo non possono essere solo uno strumento di mero intrattenimento. Un libro che stilisticamente parlando non fa una piega, che utilizza delle poesie del protagonista per entrare meglio nel clima di dolore che si dovrebbe respirare in una società umana e compassionevole, ma oltre questo… non ho avuto molto altro. Non ho provato empatia per i protagonisti, la strage viene minimizzata e la risoluzione non porta a nulla perché non spiega le motivazioni (seppur folli) dei criminali e come ho già detto la parte “romantica” mi ha disturbato.

Detto questo lo consiglio? Onestamente non lo so. Dal punto di vista formale non ho nulla da dire, e credo che forse se letto con una chiave diversa, con aspettative diverse, con un’età diversa possa anche lasciare qualcosa di meno agrodolce. Nonostante l’autrice abbia tentato di dare verosimiglianza alla vicenda, tirando in ballo fatti di cronaca realmente accaduti, sfortunatamente per me non ha colto nel segno. Sono convinta che una struttura diversa e una maggiore attenzione ai dettagli, tralasciando i cliché fin troppo tipici per il genere trattato, avrebbe permesso un risultato decisamente migliore mentre questa ahimè è la dimostrazione che non basta avere buone intenzioni per cogliere nel segno.

 

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Questa voce è stata pubblicata il 22 aprile 2020 da in Contemporaneo, Recensione, Romance con tag , , , .

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