TRAMA: Sepnir e il suo padrone Phobos hanno vissuto secoli insieme, tra missioni di spionaggio, intrighi e intensi momenti felici, fino a quando Aidan, l’amante perduto di Phobos, non è tornato dal mondo dei morti. Essere tutto a un tratto un famiglio trascurato non è facile e lui deve abituarsi a condividere il suo padrone, ma farlo con l’uomo che odia di più al mondo, potrebbe essere un’impresa impossibile.
Soprattutto per qualcuno che ritiene ben più utile sfruttare quelle energie per dimostrare a Phobos che solo lui, con la sua coccolosità acuta e psicosi assassina grave, è in grado di riempire il suo cuore.
Di solito non assegno 5 stelle con facilità, ma questa novella mi ha conquistata. Non riesco a trovarle un difetto manco a cercarlo con il lanternino, quindi si piglia il voto massimo e tutti i miei complimenti, perché è perfetta pur nella sua brevità e la rileggerei da capo, anche se l’ho appena finita: tenete conto che io odio i serpenti, li odio tantissimo, ma Sep mi ha fatto capitolare.
Nel primo libro di questa serie abbiamo già avuto modo di conoscere Sepnir, il famiglio del nostro protagonista stregone, ed effettivamente è necessario leggere prima quello, se volete gustarvi davvero questa novella.
Gli amanti del sovrannaturale sanno che i ‘famigli’ sono esseri magici spirituali che prendono forme animali e sono fedeli servitori del loro mago o della loro strega. Beh, Sepnir è sì un coraggioso servitore di Phobos, cui immolerebbe la propria vita senza indugio, ma la sua natura machiavellica, oscura e vendicativa lo porta anche a essere sospettoso, geloso, pericoloso per chiunque non gli stia simpatico e, nella fattispecie, verso Aidan, che lui sente come una minaccia fastidiosa nel suo rapporto privilegiato con Phobos.
Pur con una narrazione esterna, la trama ha il suo eccezionale e originale punto di vista ed è impossibile non restarne affascinati. Sepnir alterna spietata logica a pura istintività. Non è un vero animale pur avendone le forme, e pertanto possiede un elevato intelletto, ironia, e tutta una vasta gamma di ragionamenti e conoscenze, che però vanno a cozzare con altri aspetti più immediati e primordiali, senza tener conto che Sepnir deve comunque capire e accettare regole sociali umane lontane dal suo spirito magico. Sepnir si comporta come un animale geloso del suo padrone, ma è molto di più. Non sarà facile cedere il suo Phobos a quell’uomo barbecue, che gli mette troppo le mani addosso e lo sottrae alle doverose coccole che gli spettano.
La sua letalità è spesso mitigata da dolci scodinzolii e riflessioni che mi hanno catturata – mi ha fatta squittire di gioia e sdilinquire, lo ammetto – e il suo ruolo è centrale in questa storia, senza tuttavia tralasciare la coppia m/m protagonista. La sua gelosia e i suoi piani contro Aidan sono tragicomici e terrificanti, ma dobbiamo andare oltre il suo apparire un grosso, spaventoso serpente viola.
«Quindi che cosa è per te Phobos? Un alleato fedele o un ospite a cui attaccarti?»
Papà, pensò, ma sapeva che Aidan non poteva comprenderlo. Solo il suo stregone poteva.
Date una possibilità alle sue squame lisce e al suo boa piumato, poi lasciatevi coccolare dall’amore di Phobos e Aidan e da qualche imprevisto che movimenta la trama e non ve ne pentirete!