TRAMA: Cosa sei disposto a fare per salvare la sua vita?
Pensavo fosse una domanda a cui rispondere, una scelta da fare, e invece è stato l’inizio della fine.
Quando non hai niente, non hai niente da perdere.
Sbagliavo.
Ho perso tutto quello che non pensavo di avere. Ho perso la mia libertà, la mia dignità e la mia umanità; ho rinnegato la mia natura; ho perso l’unica luce che illuminava la mia notte.
Combatto da quando ne ho memoria, non so fare altro e non so più come smettere. Il mio corpo è prigioniero del dolore, la mia mente è prigioniera dei ricordi.
Vorrei che tutto finisse.
Vorrei non essere mai nato.
Vorrei essere libero di scegliere di mollare, ma c’è un mostro dentro di me che mi impedisce di cercare l’uscita e di aprire la porta.
Ho perso ormai la speranza.
Non c’è redenzione per me, ma quella luce improvvisamente si riaccende, la vedo, ma ho paura.
Provo a spegnerla, provo a nascondermi dietro quella porta, ma lui ha la chiave… gliel’ho data io.
Non so se vorrà entrare, non so se riuscirò mai a uscire.
Non so se c’è qualcosa che può essere salvato in me.
Quello che so, è che adesso conosco la risposta a quella domanda: per lui darei la mia stessa vita.
Mi chiamo Ruan Rocha e sono un fighter chiuso da sempre in una gabbia.
Per combattere i mostri ci vogliono i mostri.
Questa è, per me, la frase che più mi ha colpito di questa storia cupa ma anche adrenalinica, una bella scoperta per un libro che ho apprezzato davvero tanto.
I mostri non sono solo quelli che fanno del male, degli essere abbietti che distruggono i propri simili per la cattiveria che hanno dentro, per il piacere sadico di vedere la vita scorrere via; i mostri sono a volte anche quelli che ci portiamo dentro, che non vorremmo avere ma che in qualche modo ci sembrano inevitabili e ineluttabili proprio come il destino.
Questo è il pensiero di Ruan, un ragazzo brasiliano diventato uno degli esponenti di spicco dei pesi welter nel mondo delle arti marziali miste, un ragazzo ripescato letteralmente dalla strada, da dove vestito di stracci e impegnato nelle lotte clandestine di vale tudo (letteralmente delle lotte all’ultimo sangue in cui appunto vale tutto quello che si può fare pur di annientare il proprio avversario) riesce a ripulirsi ed entrare nelle lotte legali, e diventare un personaggio famoso, grazie soprattutto a un uomo che diventa nel tempo quasi una figura paterna. Quello che Ruan si porta dietro però è un bagaglio pesantissimo di un dolore che non riesce a esternare, che rinchiude dentro se stesso ma che, proprio come una bomba a orologeria, ticchetta in attesa dell’esplosione. Ruan non vuole nessuno vicino, si sente pericoloso anche per gli altri, sente che quello che lo fa essere così implacabile nella lotta è anche ciò che potrebbe distruggere tutto.
Nulla può però dopo l’incontro con Tyler, un giornalista implacabile che intende rimestare nel torbido del mondo della droga, in cerca di qualcosa di troppo pericoloso ma per il quale non ha intenzione di arrendersi, perché farlo significherebbe darla vinta a chi, probabilmente, ha aiutato suo fratello a morire.
Il loro incontro/scontro è un qualcosa che ci si aspetta, un tira e molla che non cede da ambedue le parti; Ruan non vuole lasciare andare quella parte di sé che ha sempre nascosto persino a se stesso, Tyler non intende lasciare che Ruan lo allontani come ha fatto con tutti gli altri che ci hanno provato.
Ruan Rocha era pericoloso come il serpente che aveva tatuato sul dorso della sua mano e io mi ero… innamorato di lui.
Ruan è il vero protagonista di questa storia torbida e cupa, dalle tinte forti che però nasconde un nucleo di dolcezza nel personaggio appunto di Ruan, che all’inizio è il più duro dei duri, un personaggio che cresce e percorre un viaggio di rinascita, di scoperta, di speranza. Ruan che non intende cedere ma che vorrebbe farlo, vorrebbe finalmente concedersi una tregua nell’alimentare quel mostro che sente dentro di sé.
Piansi stretto nel suo abbraccio, come il bambino che non ero mai stato tra le braccia di quel padre che non avevo mai avuto.
Una storia davvero sorprendente, dalle mille sfumature ma che alla fine ripaga di tutta la sofferenza che questi due protagonisti sono costretti ad affrontare, per arrivare a un finale in cui è la giustizia, e l’amore, a trionfare.