TRAMA: Nelle sordide strade della Londra vittoriana, una passione indesiderata divampa tra due nemici giurati quando un letale segreto li costringe a collaborare.
Il giornalista d’inchiesta Nathaniel Roy è deciso a smascherare gli spiritisti, che sfruttano il dolore delle persone rese vulnerabili dal lutto. Il primo nome sulla sua lista è il cosiddetto Veggente di Londra, Justin Lazarus. Nathaniel si aspetta uno spietato truffatore da quattro soldi. Ciò che non si aspetta è di incontrare un uomo dal sorriso peccaminoso e con gli occhi di un angelo caduto, né che quello sfacciato imbroglione riesca a riaccendere il suo desiderio per la prima volta dopo anni.
Justin non prova alcun rimorso per le bugie che racconta durante le proprie sedute. I suoi sprovveduti clienti lo annoiano. Mentre l’ostile, scettico e assolutamente irresistibile Nathaniel è per lui una seducente sfida. E mentre lo scontro di volontà e di menti si surriscalda, Justin scopre di non riuscire a smettere di pensare all’uomo che è tanto determinato a rovinarlo.
Ma tra Justin e Nathaniel c’è ben di più della crescente ossessione che nutrono l’uno per l’altro. Si trovano entrambi coinvolti nei segreti di una famiglia aristocratica, e Justin è in possesso di informazioni che potrebbero rivelarsi fatali. Assediato da assassini e fanatici nella nebbia londinese, Justin si rende conto che Nathaniel è l’unico uomo di cui possa fidarsi. E forse anche l’unico che possa amare.
Un vizio innaturale è il secondo libro di una trilogia m/m storica e spruzzata di giallo che mi ha appassionata. Il primo libro mi era piaciuto, ma confesso che questo l’ho gradito ancora un po’ di più.
Anzitutto, va detto che la coppia protagonista è diversa dal precedente, ma bisogna averlo letto perché questo volume si intreccia con esso e ne è il suo proseguo. Senza aver chiaro gli eventi occorsi, questo risulterà confusionario, quindi vi consiglio di rimediare.
L’arco narrativo principale – il giallo da risolvere, il cattivo da scoprire – comprende tutta la serie, quindi dovremo attendere l’uscita del prossimo (e pare ultimo) pezzo della trilogia; ma in ognuno c’è spazio per una coppia e le vicende personali nella parte romance hanno un’adeguata conclusione.
Avevamo già conosciuto Nathaniel Roy nel precedente libro: divenuto avvocato per compiacere la famiglia, ha cambiato mestiere per diventare giornalista d’assalto e divulgatore di verità; Nat è figlio di un arcivescovo e quindi di casata altolocata, ma è ateo e si adatta alla vita comune, pur avendo una ricca dote dalla sua. È amico fidato di Clem e suo consulente legale all’occorrenza. Ritroviamo anche altri personaggi conosciuti in precedenza, come il compagno di Clement e Mark, il burbero investigatore privato con una mano sola.
Il nuovo protagonista è invece Justin Lazarus, il più famoso spiritista di Londra, un uomo scaltro e affabulatore, che vive truffando creduloni di vario tipo ed estrazione sociale con trucchetti vari e frasi ambigue che gli consentono di arricchirsi mantenendo clienti nel tempo. Justin ha un passato di dolore e stenti, e non conosce altra via oltre alla truffa che esegue senza remore, ma non è l’uomo freddo e vile che appare, perché si occupa dei suoi famigli – un trio di poveri spiantati che dipende da lui – con devozione sincera.
Le strade di Nat e Justin si incrociano nel momento in cui il giornalista va a una delle sedute, presentandosi sotto copertura, con l’intento di smascherare gli imbrogli di questo ciarlatano, ma il destino ha in serbo ben altro per loro…
Cosa mi è piaciuto di questa storia?
Anzitutto l’evoluzione dei protagonisti, la crescita interiore di entrambi, sia come singolo sia come coppia. Il loro è ‘odio a prima vista’, Nat e Justin sono agli antipodi per convinzioni ed estrazione sociale e ciascuno di loro odia quello che l’altro rappresenta e il modo in cui vive, ma pian piano ognuno avrà modo di ricredersi, di rimettersi in gioco, di cambiare per amor del compromesso.
La trama sentimentale e quella ‘poliziesca’ sono ben amalgamate, il ritmo è sostenuto e si legge con piacere, anche se non è certo un tomo corto. Ci sono azione e imprevisti, lotte e inseguimenti, con bei colpi di scena. Le parti sensuali non sono tantissime, ma risultano piacevoli e funzionali.
L’unico appunto, almeno per mio gusto personale, è lo stesso del precedente volume: l’uso di intercalari e invettive che ritengo un po’ anacronistici, mentre tutto il testo è uno spaccato realistico dell’epoca, dei suoi usi e costumi, compresa la terribile, venefica nebbia di Londra, che qui diventa quasi un personaggio a tutti gli effetti.
Non mi resta che consigliarvi caldamente questa lettura, in attesa della fine.