TRAMA: Il Fashion. Un locale fuori mano, luogo perfetto per incontri clandestini. Tutti lo conoscono, ma pochi ammettono di frequentarlo o di esserci passati vicino.
Michele e Christian si ritrovano lì, ognuno alla ricerca disperata di evasione. Michele, soffocato dalla provincia ristretta in cui vive, è costretto a tenere nascosti i propri gusti sessuali. Christian, intrappolato nel ruolo di figlio perfetto, è spinto a ricercare la trasgressione nei momenti liberi.
Il loro primo incontro si consuma in fretta nei bagni, famelico e urgente, tanto che Christian, confuso dall’alcool, è convinto di essere stato con una donna. L’amplesso tuttavia lascia loro addosso un’impronta impossibile da cancellare che li spinge a cercarsi ancora, lottando contro le proprie remore per trasformare una notte al Fashion in qualcosa di più.
“Una Notte al Fashion” è un libro leggero, dolce e dall’elevato tasso hot, che nel complesso per me si è rivelato una lettura molto piacevole.
Scritto in terza persona presente, scelta inusuale, diventa presto scorrevole quando ci si abitua, anche perché lo stile fluido e privo di fronzoli aiutano molto a digerire il tutto. Una nota di merito deve andare anche alla cura del testo, perché è palese che dietro l’opera c’è stato un ottimo lavoro riguardo questo aspetto.
Passando ai contenuti, la trama è all’apparenza semplice e facile da capire, ma nel corso dell’opera vengono toccati temi delicati, come la paura del coming out e la crescita personale dei personaggi, in particolare del più giovane. L’autrice ha avuto senza dubbio la delicatezza per farlo, tuttavia ci sono alcuni elementi che, per puro gusto personale, non mi hanno convinto tra quelli che invece ho apprezzato molto. Ma andiamo con ordine…
Penso sia impossibile non provare empatia (o perfino riconoscersi!) nei dubbi e nelle paure dei protagonisti e mi è piaciuto il fatto che non si risolvano in fretta ma che, anzi, saltino fuori molto spesso durante la trama. Christian è terrorizzato dall’idea di ammettere a se stesso di essere gay o bi, ha paura del giudizio della gente, ma in realtà non si percepisce un senso di vergogna, quanto la consapevolezza che molti potrebbero semplicemente non capire.
Michele invece è il personaggio che forse ho apprezzato di più, quello che ha reso i dialoghi un elemento vincente e divertente del libro, quello che ha aggiunto quel tocco frizzantino al tutto e che forse potrebbe dividere di più i lettori proprio perché più facile da amare/odiare. Il suo bisogno di libertà, tipico di chi ha quell’età, è davvero credibile, e quindi non ho trovato difficile credere a tutte le cavolate che ha fatto nel corso del libro.
Come accennato, però, ci sono altri elementi che non ho apprezzato, alcuni un po’ cardine della storia che ho letto. In primis, il fatto (come specificato nell’incipit di trama) che Michele venga scambiato per una donna. Da nessuna parte è accennato il fatto che entri nel locale in crossdress, quindi è vestito da uomo. Non ha curve. Viene accennato che ha un viso che lo fa sembrare un ragazzino, ma non si fa parola di un aspetto così androgino da poter essere equivocato così tanto.
Un secondo elemento che mi è pesato molto è il fatto che i due personaggi si innamorano l’uno dell’altro molto, troppo in fretta… e per di più i due parlano molto poco, se non per scherzare. Se tra loro ci sono stati momenti profondi o di intesa, purtroppo non viene descritto nel dettaglio con scene dedicate. Lo spazio è preso quasi tutto dalle innumerevoli scene di sesso che ammetto, dopo un po’ mi sono sembrate troppe.
Nel complesso, però, rimane una lettura valida, consigliata a chi vuole sognare a occhi aperti senza troppi drammi.