Tre libri sopra il cielo

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RECENSIONE: “I DELITTI DEGLI STERPI” – Serie Kendall Parker Mystery #2 – di Jon Michaelsen – 21 Novembre 2020

TITOLO: I delitti degli sterpi
AUTORE: Jon Michaelsen
SERIE: Kendall Parker Mystery #2
TRADUTTORE: Claudia Milani
CASA EDITRICE: Triskell Edizioni
GENERE: Suspense
EBOOK: Si
PAGINE: 357
PREZZO: 4,99 € su Amazon
DATA USCITA: 21 Novembre 2020
LIVELLO DI SENSUALITA‘: Basso
LINK DI ACQUISTO: I delitti degli sterpi

TRAMA: Dopo che il suo ultimo caso lo ha lasciato particolarmente scosso, il sergente Kendall Parker della Sezione omicidi della polizia di Atlanta decide di prendersi un lungo congedo per provare a rimettere insieme i pezzi della sua vita e dedicarsi, oltre che alla ristrutturazione della sua nuova casa, a disintossicarsi dall’alcool.
La sua pace viene però interrotta da una convocazione improvvisa da parte nuovo tenente, il quale gli chiede di affiancare una Task force guidata dall’FBI che deve catturare un pericoloso serial killer. In una città dove la comunità gay è sotto assedio, Parker accetta quindi di frequentare sotto copertura bar e locali per stanare un insaziabile predatore.
Parker non è però il solo ad essere sulle tracce dell’assassino: anche il suo amico giornalista Calvin Slade, affiancato dalla bellissima e ambiziosa collega Michelle Renault, cerca di capire cosa sta succedendo e perché la polizia non abbia reso pubbliche le notizie sugli omicidi.
Purtroppo, quella che potrebbe essere la storia più importante della sua carriera, lo pone anche sulla strada di una pericolosa bestia.

 

Tornano le avventure del sergente Kendall Parker che, dopo le vicissitudini del primo libro, si era preso un meritato periodo di pausa. Sfortunatamente per lui, la quiete e il riposo finiscono ben presto quando viene coinvolto in un’indagine federale: l’FBI è sulle tracce di un serial killer che pare accanirsi sulla comunità LGBTQ+ ed è stato scelto lui per fare da esca.

La struttura del libro è differente rispetto al primo volume, infatti tutto inizia dal ritrovamento di un cadavere piuttosto che da scene riguardanti i personaggi secondari coinvolti nel caso. Un po’ mi è dispiaciuto, perché avevo apprezzato moltissimo come si era aperta la storia precedente, ma lo stile fluido e incalzante dell’autore è riuscito comunque a coinvolgermi molto, assieme alla sua grande capacità di caratterizzare molto bene sia il protagonista che i personaggi secondari dell’opera.

Kendall è in uno stato fragile, in bilico tra lo spettro dell’alcolismo (trattato con molta delicatezza e realismo) e influenzato dai ricordi del compagno venuto a mancare, ma questo non gli impedisce di sfoggiare una forza e una determinazione ammirevoli che rendono impossibile non tifare per lui. Sul rapporto amoroso non dirò nulla per evitare di fare spoiler, ma ammetto di preferire per lui un altro personaggio, e ancora non perdo le speranze!

Oltre a Parker, assoluto protagonista, non mi ha deluso nemmeno il resto del cast dei personaggi: tutti determinati a cercare la verità, costi quel che costi. Ognuno con una personalità ben definita, desideri e speranze, si danno manforte per inchiodare un mostro incapace di fermarsi, arrivando a seguire piste e perfino a mettersi in pericolo. Insomma, l’adrenalina in questo libro non manca affatto. Jon Michaelsen è bravissimo nel descrivere le scene di violenza e quelle del crimine, che a volte risultano un pugno allo stomaco e che fanno intendere nel dettaglio quanto sia spaventoso ritrovarsi ad avere a che fare a casi del genere. Il lavoro degli agenti dell’FBI non è spettacolarizzato e viene accennato quanto possa essere psicologicamente pesante, elemento che ho apprezzato davvero moltissimo.

Devo anche ammettere, però, che durante la lettura ho notato qualche pecca. Per esempio, non mi ha convinto molto la premessa iniziale da cui parte il tutto, cioè il coinvolgimento di Kendall nelle indagini. Viene detto che è stato scelto non per merito, ma perché… gay. E perché simile al tipo ideale che attira il serial killer. Tuttavia, il suo lavoro dovrebbe essere stare sotto copertura. Perché non scegliere un agente disponibile a fingere di essere gay? Un agente omosessuale che non si era preso un periodo di vacanza dopo eventi traumatici? Possibile che l’FBI e l’intero dipartimento di Kendall non avessero nessun altro a disposizione? Parliamo di un caso importante, di numerose vittime e – presumo – di un’altissima priorità a chiudere l’intera faccenda, essendo coinvolta anche una famiglia potente. Mi è sembrata una grossa forzatura, ecco.

A parte questa sbavatura, il libro mi ha intrattenuta e devo dire che il bilancio finale è decisamente positivo. Lo consiglio molto a chi ha apprezzato il primo volume, a chi ama gli investigativi e i personaggi che rinascono dalle ceneri in maniera credibile e ponderata.

 

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