TRAMA: Per sette volte, dopo il giorno della Caduta, la ruota delle stagioni ha girato nell’impero di Mnar, e da allora molte cose sono cambiate.
Nella torre della Superba l’Amato dai Protettori sta crescendo, all’ombra di un nuovo Arbitro che governa in sua vece, ma persegue soprattutto la propria ambizione.
Nel Quadrante nordest una principessa infelice tiene la Rocca insieme ai suoi mariti e si destreggia tra umani e bestie, mentre gli altri superstiti dei Daven-Furus attendono al di là del mare, pronti ad accorrere se e quando l’Imperatore deciderà di cercare la propria vendetta.
Ma è dal Quadrante sudovest che arriva la vera minaccia, da un mondo di disperazione, dove la conoscenza è stata a lungo sottratta e custodita da un Ordine di monaci obbedienti e dai principi di Brinnigor, per celare un segreto che potrebbe minare l’intero impero.
E mentre Shobi-ti-Agrat è per tutti l’Abominio che deve essere fermato, la Schiera dovrà rimettersi in marcia e sollevare di nuovo gli scudi uncinati perché sono molti i beni preziosi da salvare.
“Nessuno sfugge al sangue”.
Questa frase ricorre spesso, come monito, rimembranza, timore. Il sangue è molto importante in questo mondo, il sangue nobile dei Mastri dei quattro quadranti o il sangue imperiale, il cui ultimo discendente è il giovane e crudele Kadra Secondo, poi il sangue delle “bestie”, i temibili Ti-Jak o Sciacalli, e ancora il sangue non nobile di chi si è elevato per fortuna o per scaltrezza e valore, come l’Arbitro dell’impero, l’interessante Lanvus, un tempo semplice arciere e poi vice Arbitro, dopo aver salvato l’erede imperiale diventandone mentore e consigliere.
Il sangue puro ha spinto gli Sciacalli a ricercare femmine da cui avere una progenie, eredi da tutto il resto dell’impero chiamati Abominio… e si mormora che una quindicina di anni prima una donna abbia partorito un altro incrocio, frutto di esperimenti in un altro quadrante, forse una principessa perduta del Sudovest.
Mentre nel primo libro si narrava dell’avvento degli Sciacalli, il secondo si addentra nei quadranti, spiegando meglio usi e costumi delle popolazioni, l’importanza dell’Arbitro nell’equilibrio tra l’imperatore e i capi dei quadranti, tra nobili che lo detestano e vorrebbero prendere il suo posto e lo stesso Kadra Secondo, che un po’ lo intriga e lo blandisce, per poi agire alle sue spalle e deluderlo continuamente.
Conosciamo anche la vita del giovane Abominio, dalla madre chiamato Rufus ma che come Ti-Jak si chiama Shobi, un bambino che cresce velocemente tra due mondi, cercando di essere se stesso ma essendo unico (o forse no) non sa bene come fare, come comportarsi per non scontentare umani e sciacalli.
E poi la giovane Clarsa, una dei tanti ragazzi dati in offerta a un monastero del quadrante di Sudovest, un ambiente triste e povero, dominato da un abate crudele e bigotto, la cui solita dura routine viene rotta dall’arrivo della strana monaca Nazira, detta la pazza, e da un insolito viandante, Filari, forse una spia, forse un guerriero.
Battaglie, misteri, debolezze e perversioni, egoismo e malvagità, cocenti delusioni e speranze deluse, non manca praticamente nulla in questo splendido romanzo fantasy, forse solo una grande storia d’amore e un po’ di romanticismo, ma non dispero per il futuro.
Ammetto che i primi capitoli sono stati un po’ stranianti perché mi aspettavo di ritrovarmi tra i miei amati Ti-Jak, invece sono piombata in un austero monastero povero e a tratti miserabile, rischiarato solo da un paio di personaggi interessanti, per poi seguire le vicende del povero Arbitro (forse il mio personaggio preferito del romanzo) alle prese con il suo ex pupillo, da cui è sia attratto fisicamente ma anche disgustato, per l’egoismo e la vena malvagia e senza scrupoli.
I miei amati Sciacalli non mi hanno delusa, visto che ho potuto seguire il giovane Shobi nel suo percorso di crescita, come anche gli altri sciacalli conosciuti nel precedente libro, mentre un precedente protagonista Raven-ti-Jekret resta latitante, anche se l’autrice promette che ritornerà nel terzo.
Conclusione: mi è piaciuto un sacco, non è un romanzo m/m nonostante diversi personaggi siano palesemente gay, ma il romanticismo e l’amore sono messi decisamente in ultimo piano, privilegiando la parte fantasy e avventurosa, molto ricca e avvincente come pochi libri da me letti.
Forse non è per tutti ma io lo consiglio vivamente, naturalmente dopo aver letto il primo capitolo… io ammetto di essere molto triste sapendo di dover aspettare mesi per poterne continuare la lettura di questa magnifica saga.