TRAMA: New York è tutta addobbata per le feste e l’Agente Speciale Patrick Collins si sta preparando all’imminente riunione con la sua vecchia squadra, quando gli viene assegnato un nuovo caso. Una bambina umana è scomparsa e un’importante famiglia di streghe esige giustizia per la changeling lasciata al suo posto dai fae.
Nel frattempo, le continue vessazioni da parte del branco divino di New York spingono Jonothon de Vere a rendere ufficiale il proprio, che guida insieme a Patrick. Facendo questo, però, scatena una guerra civile all’interno della comunità dei mutaforma, uno scontro da cui potrebbe uscire sconfitto, se non si procurerà degli alleati. Fare affari con i fae non è mai una buona idea, ma Patrick e Jono non hanno niente da perdere quando uno dei lord di quel popolo chiede il loro aiuto.
La Dama d’Estate è stata rapita dalla Corte Seelie e, se riusciranno a ritrovarla, i due cementeranno la loro alleanza con i fae. Ma gli indizi sulla sua scomparsa si trovano a Tír na nÓg, e l’Oltremondo non è mai stato gentile con i mortali.
Avventurandosi al di là del velo alla ricerca di risposte, Patrick e Jono rischiano di perdere territorio, tempo e le loro stesse vite. Perché la Regina dell’Aria e dell’Oscurità sa del loro arrivo, e la regnante della Corte Unseelie ha un’offerta per loro che non potranno rifiutare.
“Una corona di ferro e d’argento” è l’emozionante terzo volume della serie “Soulbond”. Essendo la trama generale dipanata fra i vari libri e non in volumi autoconclusivi, è necessario leggerli in ordine per poter capire e gustare appieno la storia.
Ritroviamo Patrick e Jono a ridosso del Natale; l’attacco che hanno subìto ad agosto, e in cui hanno rischiato ancora una volta di morire, è fin troppo vivo in loro, ma la vita continua e Patrick è sempre oberato di casi paranormali come Agente Speciale. L’ultimo in ordine di tempo è lo scambio di una neonata, figlia di un’altolocata e potente famiglia di streghe, con una bimba delle fate, ossia una changeling.
A Patrick viene affidato il compito di proteggere la piccina magica e di ritrovare l’altra, cosa che sa essere impossibile, perché i fae non restituiscono ciò che rubano. Ma il suo coinvolgimento apre ben presto una serie di porte collegate fra loro e persino il raduno con gli ex commilitoni risulta in parte connesso con gli eventi.
Ancora una volta l’autrice ci dimostra la sua bravura nella creazione di una trama complessa e ricca di avvenimenti e colpi di scena. Le divinità hanno nuovamente un ruolo cardine, con i loro capricci e i loro favori, ma soprattutto con la loro imprevedibilità. Questa volta affronteremo in particolare gli dèi celtici, con gli antichi miti irlandesi ritroveremo quelli norreni e greci, perché in fondo sono tutti imparentati fra loro.
Il volume è ricco di patti e contropatti, di sotterfugi e promesse al limite della legalità, di viaggi pericolosi fra questo mondo e l’Oltremondo, pieno di mostri e pericoli. Ammetto che forse il pregio della sua complessità è a volte anche un difetto, perché non è semplice destreggiarsi fra i nomi originali degli dèi antichi e ricordare le varie connessioni e parentele, ma devo dire che la traduzione italiana è ben fatta e molto curata, la lettura scorre via con piacere.
La trama è un intreccio fitto di questioni lavorative e personali, perché il nostro eroe porta un bagaglio particolare che non è divisibile in sezioni distinte. Delle sconvolgenti rivelazioni che Patrick subisce e che deve fare mineranno il suo equilibrio e la fiducia, ma Jono è lì con lui e per lui. Ho amato come il loro legame stia crescendo di libro in libro, e se all’inizio si trattava di attrazione e di predestinazione, ora si sono scelti e si amano perché lo sentono. Le scene erotiche sono poche ma lunghe e ben articolate, esplicite e coinvolgenti.
Anche Jono ha i suoi bei grattacapi, oltre a tenere in vita il compagno. Stanco di subìre angherie, ha dichiarato pubblicamente la creazione del loro branco e sa che questo non sarebbe stato indolore: una grossa battaglia è alle porte, ma inaspettatamente altri branchi cercano la sua guida e Jono deve accettare il suo ruolo di leader e tutto ciò che esso comporta.
Nel volume ritroviamo amici e nemici, il branco dei protagonisti cresce e il nidiaceo Wade merita due parole a sé: il giovane drago che hanno salvato è una ventata di allegria e imprudenza tipicamente adolescenziale. Wade strappa più di un sorriso, ma sono certa che riserverà grosse sorprese in futuro per i suoi poteri speciali non ancora sviluppati appieno.
Non mi resta che concludere consigliando l’intera serie per gli amanti del sovrannaturale e mutaforma con la presenza di divinità, perché è un lavoro di indiscutibile pregio.
bella recensione ma i libri a puntate mi mettono ansia!!!!!
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ahahhahaha… non hai tutti i torti. Un abbraccio
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