TRAMA: Aimeric è un sensibile e talentuoso liceale. Bersaglio dei bulli, salta spesso la scuola e si rifugia in uno splendido orto botanico dove trascorre il tempo coltivando la sua grande passione: il disegno.
In quel cuore verde lavora come custode e giardiniere Aliseo, schietto e pragmatico laureato in fisioterapia, appassionato di sport estremi.
Un ritratto rubato, un’insolita neve primaverile e un accento francese li faranno incontrare, segnando l’inizio di un amore che sboccerà spontaneo, metterà radici profonde e sfiorerà il cielo. L’amore può mozzarti il fiato come un tuffo da un precipizio. Sorprenderti come neve d’aprile.
Essere delicato come un fiore e arduo come una scalata.
Dolce come una poesia e colorato come una risata.
L’amore è il ritratto di Aliseo e Aimeric.
Seconda prova di questa autrice emergente, questo libro ha come protagonisti ancora due ragazzi, uno appena adolescente, l’altro poco più che ventenne.
Aimeric e Aliseo, i personaggi principali, sono due ragazzi molto diversi ma con un amore comune per la natura, che li fa incontrare e innamorare.
La trama, come possiamo leggere, è abbastanza semplice e forse anche un po’ scontata; facciamo la conoscenza di questi due ragazzi a partire dalla loro infanzia, forse il punto più in comune che potrebbero avere: entrambi crescono lontani dai genitori, anche se per motivi molto diversi, e vengono cresciuti dai nonni.
La narrazione proprio di questo periodo è uno degli elementi che non mi ha convinto di questo libro; è indubbiamente difficile per un autore calarsi in maniera credibile nei panni di un bambino e in questo caso il registro usato, con le voci affidate ad Aliseo e Aimeric bambini, risulta abbastanza surreale, con termini ed espressioni che mal si accostano a un’età infantile, ma si associano maggiormente a un adulto che cerca di parlare come un bambino.
Dopo questa parte introduttiva, volta a farci conoscere la loro situazione famigliare, entriamo nella vita di Aliseo e Aimeric diventati ormai dei giovani adulti, con Aimeric all’ultimo anno di scuola e Aliseo che, dopo una laurea in fisioterapia, ha preferito lavorare come custode in un orto botanico.
Proprio l’orto botanico è il luogo che fa da sfondo all’incontro tra i due: Aimeric, bersaglio di un branco di bulli, vi si rifugia ogni giorno e su una panchina disegna e ritrae la natura che lo circonda; ben presto però è proprio Aliseo a diventare il suo soggetto principale, prima di nascosto poi palesandosi, con un incontro che diventa la premessa di una storia d’amore.
Gli scambi tra Aliseo e Aimeric sono leggeri, delicati, forse poco immediati per due ragazzi così giovani. Questione di gusti naturalmente, e dell’impronta propria che l’autore ha inteso dare, ma l’altro elemento che non mi ha convinto è proprio la differenza di registri utilizzati: una narrazione generale abbastanza ricercata che però cambia improvvisamente e si scontra nella descrizione delle scene intime, scene descritte in maniera molto più diretta, fin troppo se paragonate al resto del libro, e che sembrano proprio stonare con quella delicatezza con cui si è voluto improntare il romanzo.
Proprio la trama sin troppo semplice rende questo libro abbastanza scontato, senza grossi avvenimenti, escluso quelli subito prima della fine, ed è appesantito inoltre da alcuni termini fantasiosi che probabilmente volevano rendere la scrittura elegante, ma il risultato purtroppo non l’ho trovato soddisfacente.
Lo consiglio comunque a chi cerca un libro leggero, per passare qualche ora senza impegno.